Elezioni Croazia, vince Andrej Plenković ma è senza la maggioranza: cosa può succedere ora?

Col 34,4 % dei voti ottiene 61 seggi in Parlamento, il quale si compone di 151 parlamentari in tutto. Altri 8 voti sono garantiti dai fedeli deputati delle minoranze etniche (tra cui quella italiana di Furio Radin). Per arrivare alla maggioranza di 76 seggi ha bisogno di altri 7 voti

Elezioni Croazia, vince Andrej Plenković ma è senza la maggioranza: cosa può succedere ora?
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Giovedì 18 Aprile 2024, 20:46 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 10:40

Il primo ministro Andrej Plenković, conservatore e deciso europeista, in carica dal 2016 e candidato dell'Unione democratica croata (Hdz), ha vinto ieri con il 34,4 % dei voti le criticatissime elezioni parlamentari in Croazia. Ma il partito del premier uscente ha comunque registrato un calo del 3% rispetto al 2020. Per rimanere al potere quindi l'Unione democratica avrà ancora bisogno del sostegno dei gruppi di estrema destra o dei liberali. 

 

Inizia il corteggiamento: destra o liberali?

La commissione elettorale statale ha dichiarato che l'Unione democratica ha ottenuto 61 seggi nel parlamento di 151 seggi. Il partito Socialdemocratico (Sdp) ha ottenuto 42 seggi. Il Movimento per lo Stato di estrema destra 14 seggi, diventando così l'ago della bilancia per i negoziati del prossimo governo.

Ai 61 seggi in cui si traduce la percentuale di voti del 34,4% si aggiungono altri 8 seggi: Plenković, infatti, può contare sul voto delle otto minoranze etniche, inclusa quella italiana che vede riconfermato Furio Radin, decano del parlamento del quale è membro dal 1992. Per arrivare dunque alla maggioranza di 76 voti e alla fiducia per il suo terzo governo consecutivo Plenković ha bisogno di 7 voti. La grande capacità negoziale di Plenković quasi sicuramente porterà a un nuovo incarico, probabilmente con alcuni deputati del centro liberale o della destra nazionalista.

Zoran Milanović, presidente della Repubblica dal 2020 e candidato alle elezioni parlamentari. La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la sua candidatura

Gli altri partiti

Il voto ha contrapposto i conservatori, guidati dal primo ministro Andrej Plenković, contro un'alleanza di partiti centristi e di sinistra informalmente guidata dal presidente populista Zoran Milanović e dal partito Socialdemocratico.

Sconfitti e secondi sono risultati i socialdemocratici (Sdp) di Peđa Grbin, con il 24,4% e 42 seggi, un risultato immutato rispetto alle politiche del 2020. Il vero leader del centrosinistra è però il presidente della Repubblica Zoran Milanović, che in barba al divieto della Corte Costituzionale, si è candidato un mese fa per formare il nuovo governo e mandare a casa Plenković, suo acerrimo nemico, disprezzato a livello personale e come politico. 

Milanović non ha rilasciato dichiarazioni nella serata elettorale e sembra stia tentando un ribaltone con un governo trasversale che metterebbe assieme le sinistre e le destre in un esecutivo di «salvezza nazionale dalla corruzione e il clientelismo dell'Unione democratica».

I due partiti di destra possono essere soddisfatti per il solido risultato ottenuto.

Al Movimento patriottico (Dp, nazionalisti) è andato il 9,6% dei voti che si traduce in 14 seggi, mentre i sovranisti di Most (Ponte) l'8%, dunque 11 deputati.

A sinistra invece i Verdi di Možemo (Possiamo) restano forti solo nella capitale croata, dove governano da tre anni. A livello nazionale hanno ottenuto il 9% dei voti, e 10 seggi. Nel parlamento entrano anche tre partiti liberali e di centro, forti solo a livello regionale. I loro cinque deputati tuttavia potrebbero essere quelli decisivi per la nuova maggioranza di Plenković. In caso contrario si prospetta una difficile e lunga crisi politica che, come ultima soluzione, potrebbe comportare anche un ritorno alle urne. 

Le reazioni del ministro Antonio Tajani

Il Vicepremier e Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani in un post su X si è complimentato col neoeletto Plenković: «Congratulazioni al mio amico Andrej Plenkovic. Il tuo successo alle elezioni é la vittoria dell'Epp, e dei nostri valori comuni. I cittadini vogliono leader seri, credibili, affidabili, responsabili. Continueremo a lavorare insieme per un’Europa più forte».

Gli scenari in vista delle Europee

Se il ministro di Forza Italia ha espresso il suo entusiasmo per un compagno del Partito popolare europeo, è molto probabile che la Presidente Giorgia Meloni non sia dello stesso umore. La premier, infatti, alle Europee non corre con Forza Italia, ma col Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei. I sondaggi Ipsos evidenziano un calo dei consensi per Fratelli d'Italia anche se è ancora il primo partito col 27%. Per cui alle prossime elezioni Europee potrebbe arrivare ad ottenere fino a 24 seggi.

Per le Europee in Croazia si voterà il 9 giugno, come in Italia. Le elezioni per il Parlamento croato potrebbero essere una prova generale per le Europee e vedere il Partito popolare europeo favorito in Croazia. Ma d'altro canto il calo del 3% dei voti dell'Unione democratica mette in risalto una debolezza dei consensi rispetto alle precedenti elezioni. Chi ne uscirà più forte sarà probabilmente il partito coi cui voti l'Hdz riuscirà a raggiungere la maggioranza in Parlamento.

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