Cuoco abruzzese rapito dai finti agenti, è giallo in Ecuador. La pista sentimentale e i dubbi della famiglia

Panfilo Colonico, di Sulmona, prelevato mentre lavorava nel suo ristorante. Dall'Italia era andato via 15 anni fa lasciando l'ex moglie e due figlie

Cuoco abruzzese rapito dai finti agenti, è giallo in Ecuador. La pista sentimentale e i dubbi della famiglia
di Patrizio Iavarone
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Lunedì 26 Giugno 2023, 06:17 - Ultimo aggiornamento: 08:54

Sono le 16,30, ora ecuadoriana, le 23,30 in Italia, di venerdì, quando due uomini che indossano la divisa della polizia entrano nel locale "Il sabore mio" a Guayaquil. Le telecamere della videosorveglianza registrano tutto: pistola e mitraglietta nelle mani i due, poi si scoprirà falsi poliziotti, si dirigono alle cucine e dopo pochi secondi escono dalla porta d'ingresso trascinandosi, sotto la minaccia delle armi, Panfilo Colonico, quarantanovenne di Sulmona, trasferitosi in Ecuador da poco più di tre anni. Fuori ad aspettarli ci sono altri tre finti poliziotti: con estrema calma, quindi, si allontanano per poi sparire nel nulla. Il personale resta basito, senza parole, e d'altronde lo stesso Colonico non sembra mostrare resistenza a quello che poi le autorità locali e la Farnesina confermeranno essere un sequestro di persona.

Al momento non ci sono ancora rivendicazioni e le ipotesi che si fanno sui motivi del rapimento dell'imprenditore sono molteplici, in una città considerata tra le più a rischio per questi reati. L'ipotesi più accreditata è quella di una possibile richiesta di riscatto, ma gli investigatori - già all'opera da venerdì stesso, assicura il governo ecuadoriano - non tralasciano altre piste, compresa quella di un regolamento di conti e quella sentimentale. Panfilo Colonico si era trasferito a Guayquil quasi per caso, anzi per "amore", come dichiara in un'intervista rilasciata in occasione dell'inaugurazione del suo locale, nell'autunno scorso. Un ristorante, pizzeria, birreria e panetteria, situato nel centro commerciale Grazocentro, che Colonico aveva deciso di aprire dopo essere rimasto "incastrato" in Ecuador nel marzo del 2020, sorpreso dalla pandemia di Covid ed impossibilitato quindi a tornare in Canada da dove proveniva e dove aveva avviato un'impresa di costruzioni.

Nel capoluogo della Provincia del Guayas e del Cantone di Guayaquil, Colonico aveva deciso di investire, visto il repentino sviluppo della "Perla del Pacifico" che negli ultimi anni ha fatto registrare una crescita impressionante, superando abbondantemente i 3 milioni di abitanti.

PIZZE E SPARATORIE

Il suo locale era diventato subito un punto di riferimento per la comunità italiana in Ecuador, ma anche per la gente del posto: abile piazzaiolo, la sua missione, dichiara, era quella di fondere i sapori italiani, con i gusti sudamericani e per questo, annunciando un investimento di un milione di dollari, era pronto ad aprire un altro spazio. L'impresa di Benny, come si fa chiamare e come è conosciuto, però, si era rivelata da subito ardua in un Paese non facile e poco sicuro: nel gennaio scorso era stato coinvolto in una sparatoria nei pressi dello stesso centro commerciale, a quanto pare a seguito di una trattativa per la vendita di un pick-up. Una storia che lui stesso racconta sul suo profilo Instagram, spiegando come fosse stato vittima di una rapina e a salvarlo, in quell'occasione, erano state le guardie private e la polizia. Secondo fonti locali, però, si trattò di un regolamento di conti, ovvero di una spedizione di chi gli aveva venduto l'auto e che non aveva ottenuto il pagamento.
Figura controversa Panfilo Colonico, d'altronde, lo è sempre stata anche in patria, a Sulmona, da dove andò via una quindicina di anni fa, lasciando la ex moglie e due figlie. Loro, così come la sorella, rimaste nel centro abruzzese, non ne vogliono sapere: «Non abbiamo più contatti con lui, né li vogliamo avere», spiegano. «Mi dissocio da questa ennesima messinscena», dichiara più dura la ex moglie. La vicenda, però, è seguita da vicino dalla Farnesina e dalle istituzioni locali: «Siamo in contatto con le autorità e con il Console in Ecuador spiega il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio ci auguriamo che la vicenda si risolva al più presto e nel migliore dei modi, abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che la polizia si sta impegnando per trovarlo».

Fiducioso anche il sindaco della città, Gianfranco Di Piero: «Non conosco Panfilo Colonico personalmente, ma conosco la sua famiglia, titolari per lungo tempo di un ristorante molto apprezzato». È qui, nel ristorante La Magnolia - ora chiuso - alla periferia di Sulmona, tra le campagne della frazione di Torrone, che Panfilo Colonico ha imparato il mestiere dietro ai fornelli, mestiere che aveva però poi abbandonato per trasferirsi in Canada dove aveva aperto un'impresa nel settore dell'edilizia. Quindi l'occasione di ripartire di nuovo in Sud America, di reinventarsi sfruttando le sue doti di cuoco e l'immagine dell'Italia, con i piatti tipici della cucina italiana e le suggestioni dei gusti sudamericani.

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IN TELEVISIONE

Una formula che nel giro di qualche mese sembrava aver sfondato, tanto da essere ospite di diversi programmi televisivi ecuadoriani. Una sovraesposizione mediatica che forse ha attirato anche l'interesse della criminalità. Al netto dell'evolversi delle indagini, ovviamente, che sono ancora in corso: Panfilo Colonico è ricercato attivamente da una squadra speciale della polizia ecuadoriana.

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