Bambini vivi in Colombia: così la maggiore Lesly ha salvato i fratellini. «Pane di manioca e rifugi con gli elastici». La zia: «Hanno sempre giocato alla sopravvivenza»

La zia: «Facevano sempre il gioco della sopravvivenza»

Bambini sopravvissuti in Colombia: così la maggiore Lesly ha salvato i fratellini. «Pane di manioca e rifugi tenuti insieme con gli elastici»
4 Minuti di Lettura
Domenica 11 Giugno 2023, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 08:51

Si chiama Lesly, ha 13 anni, ed è l’eroina che ha salvato la vita dei tre fratelli minori durante i quaranta giorni trascorsi nel cuore della foresta amazzonica. Scampati a un incidente aereo nel quale hanno perso la vita la madre e i due piloti, avevano scarse possibilità di sopravvivenza: ragni velenosi, scorpioni, giaguari, piante urticanti erano insidie letali per Lesly Jacobombaire Mucutuy, i fratelli Soleiny Jacobombaire Mucutuy, 9 anni, Tien Ranoque Mucutuy, 4 anni, e Cristin Ranoque Mucutuy, appena un anno. Appartengono alla comunità indigena Huitoto e proprio questo li ha salvati: «Sono cresciuti nella foresta, sanno cosa mangiare e cosa no, hanno imparato a muoversi in un terreno impenetrabile. Un allenamento alla sopravvivenza appreso fin da piccoli come un gioco e che li ha preparati ad affrontare questa situazione estrema», racconta la zia.

Pane di manioca

 Al canale di notizie colombiano Caracol, Damarys Mucutuy spiega che per Lesly e Solein, fin da piccoli, la giungla era un mondo magico da esplorare. «Quando giocavamo insieme, allestivamo dei campi.

E loro se lo ricordavano bene», ha sottolineato Damarys. Lesly «sa quali frutti non si possono mangiare, perché molti sono velenosi. E sa come prendersi cura di un bambino piccolo». Le immagini scattate e diffuse da militari dopo il ritrovamento ritraggono i fratellini in un accampamento allestito da loro, un riparo improvvisato con rami tenuti insieme da elastici per capelli. «Sono molto grata, anche alla madre terra, che si siano salvati», è il sollievo della nonna Fatima Valencia, che nello schianto del Cessna 206 ha perso la figlia Magdalena Mucutuy.

 

Fatima ha riferito che Lesly era abituato ad accudire i fratelli quando la madre era al lavoro e questo li ha aiutati a sopravvivere nella giungla: «Li ha nutriti con farina e pane di manioca, con i frutti che crescono nella boscaglia. Lei sa quali si possono mangiare». «Dobbiamo riconoscere il coraggio di questa bambina e la sua capacità di assumere la guida in una circostanza così estrema, perché possiamo affermare con sicurezza che è grazie alle sue cure e alla sua conoscenza della selva che i tre fratellini sono potuti sopravvivere al suo fianco», ha dichiarato il ministro della Difesa Ivan Velasquez.

Il cane Wilson

Quando i militari della Tap1 delle forze speciali colombiane hanno avvistato i bambini nella giungla hanno messo mano alla loro radiotrasmittente gridando più volte «miracolo»: la parola in codice concordata per indicare il successo dell’Operazione speranza, quaranta giorni nella selva amazzonica e 2.500 chilometri di foresta battuta alla ricerca dei quattro fratellini. E a contribuire in modo determinante al ritrovamento è stato il cane eroe Wilson, il pastore belga che ha fiutato le tracce dei piccoli e che secondo i militari è stato il primo a ritrovare il gruppetto e a proteggerlo. Mentre gli scout indigeni, profondi conoscitori della foresta e delle sue insidie, hanno orientato le forze speciali quando Gps e bussole impazzivano, allontanando tigri, tapiri e altri animali selvaggi. Purtroppo nella gioia del ritrovamento dei bambini c’è anche la preoccupazione per Wilson, svanito nella giungle di Caquetá e Guaviare. Secondo i militari avrebbe rintracciato per primo i fratelli e lo hanno dedotto dalle tracce ritrovate in questi giorni di ricerche: l’impronta dell’animale e quella di un bambino nella stessa area. «Il cane si sarebbe unito ai piccoli, ma a causa della complessità del terreno, dell’umidità e delle avverse condizioni meteorologiche potrebbe aver perso l’orientamento», ipotizzano i soccorritori. È stato Wilson a fiutare una delle prime prove che hanno dato speranza: il biberon di Cristin abbandonato lontano dall’aereo in mezzo alla vegetazione. Wilson è già un mito in Colombia e molti, dopo aver esultato per i fratelli ancora vivi, ora chiedono di ritrovare i cane disperso nella selva amazzonica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA