Blackblessed, il nero fa tendenza: storia di 2 sorelle romane che hanno conquistato Londra

Blackblessed, Monica e Floriana Serani - foto Roberta Krasnig
di Valentina Venturi
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Martedì 25 Luglio 2017, 13:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 00:19

Sorelle, romane e giovani imprenditrici. Floriana e Monica Serani danno vita a Blackblessed, marchio di moda che impazza all'estero. Nato a Roma nel 2013, fa subito il colpo grosso: viene scelto prima dalla londinese TopShop e poi da Harvey Nichols. Su instagram il brand ha 14 mila follower e ora il duo punta a conquistare il mercato italiano con capi "benedetti dal nero": minimal, monocromatici, dal gusto dark ma con un tocco di Oriente. 

Come nasce il marchio Blackblessed? 
«Nasce a Roma nel 2013 da un'idea mia e di mia sorella. Io mi occupo dell’aspetto creativo e della produzione mentre Monica dell’ambito commerciale ed amministrativo. Siamo un duo complementare e tutto al femminile». 

Dopo Londra quale mercato volete conquistare?
«Quello italiano! I mercati che hanno per primi creduto nel nostro prodotto sono stati quelli esteri, in particolare Nord Europei e Medio Orientali. Topshop è stato il primo grande retailer a notare Blackblessed, lanciandoci sul mercato internazionale. Oggi siamo presenti con numerosi punti vendita in quasi tutto il mondo ed abbiamo dei corner esclusivi nella catena Harvey Nichols, a Knightsbridge. Negli ultimi 2 anni anche in Italia la richiesta sta crescendo e c’è più attenzione. Siamo italiane: ovviamente ci piacerebbe vedere consolidarsi la presenza del brand nel nostro Paese».
 

 


Come mai questo nome?
«“BlackBlessed” significa “Benedetto dal Nero”. Il motivo che mi ha spinto a creare un mio brand è stato di realizzare una linea che permettesse di trovare abiti per soddisfare l’esigenza di un look monocromatico, minimale e dal gusto dark. E poi mi hanno sempre attratto le simmetrie, i simboli speculari, da qui il nome ed il logo con le doppie “B”».

Qual è lo stile Blackblessed?
«Realizziamo un total look donna, dagli abiti ai pantaloni alle giacche e cappotti. Mi piace unire il gusto classico della sartorialità italiana all’estetica dark, usando tagli contemporanei che richiamano le geometrie degli origami giapponesi». 

Da romana laureata in lingue orientali a stilista. Come è stato possibile?
«Disegno da quando sono bambina, avrei voluto studiare arte ma la mia famiglia mi ha indirizzato verso studi di altro tipo. Non ho mai abbandonato la mia passione: ricordo che alle medie facevo vedere alla madre di una mia amica che faceva (e fa tuttora!) la stilista, i miei figurini per avere un suo parere. Dopo gli studi in lingue, mi sono ritrovata a lavorare nel campo della moda; pian piano mi sono ritagliata uno spazio come designer, prima per altri clienti e poi per me stessa, per il mio brand».

Quando è avvenuto il 'grande salto'?
«Nel 2008 lavoravo come buyer e manager di produzione per diversi brand e catene di negozi Made in Italy. Nel frattempo il pubblico che mi seguiva sui social continuava a crescere, così ho capito che era il momento per realizzare quel sogno nascosto nel cassetto. Avevo il know-how e i contatti necessari per la produzione ed un canale dove mostrare al pubblico le mie creazioni. Creo la mia azienda e il mio brand, che prima di arrivare alla distribuzione retail si è sviluppato sul web tramite il nostro online store».

Come significa essere alla moda?
«E' attitudine, non è indossare le scarpe gialle perché va di moda così o la t-shirt con quel logo perché tutti la vogliono. Il mio consiglio è indossare qualcosa che vi rappresenti e vi racconti un po’… Non vuol dire andare contro corrente per forza, ma semplicemente dare valore più al singolo ed alla diversità».

L'outfit ideale?
«Jeans, t-shirt e stivaletti, il tutto rigorosamente nero. Durante l’inverno aggiungo il chiodo. E' quello che indosso praticamente ogni giorno: un look semplice che mi fa sentire a mio agio. Non amo i loghi o le stampe appariscenti, a meno che non si tratti delle t-shirt delle mie band preferite!».

Quale indumento non può mancare nel guardaroba?
«Un jeans nero skinny ed un blazer nero, capi basici ma versatili che a seconda di come vengono abbinati permettono di creare sia look casual che eleganti. Sempre con carattere».

Qual è il tratto distintivo di Blackblessed?
«Mi piace pensare che sia stato e sia tuttora il coraggio.
E’ davvero difficile ritagliarsi uno spazio nel mondo della moda ed ancor di più sul mercato. Sin dall’inizio abbiamo fatto tutto da sole senza spinte o agevolazioni di nessun tipo».

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