AltaRoma, neve per la collezione Curiel
Spuntano i guanti falso d'autore

Uno degli abiti di Raffaella Curiel, @PaoloLanzi
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Lunedì 9 Luglio 2012, 15:19 - Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 15:24

ROMA - Candida come la neve, preziosa ma versatile. Sono queste le caratteristiche intorno alle quali Raffaella Curiel, l’intellettuale della moda con oltre 50 anni di esperienza nella haute couture,
ha sviluppato la nuova collezione autunno inverno 2012-2013. Nel terzo giorno di AltaRoma, la manifestazione di alta moda a Roma, la Curiel ha catalizzato l’attenzione con il suo fare carismatico ed energico, mostrando una collezione fedele allo stile della maison, ma nello stesso tempo originale ed eclettica. «Mi è stato donato un libro meraviglioso – ha raccontato Lella – che si chiama «Le cèdre du Liban» di Désirée Sadek e sono stata affascinata dalle immagini straordinarie dei cedri del Libano. Ho così rapito le luci, le forme dei rami che ho fatto stampare su soffici rasi, su impalpabili mousseline o ricamare su finissimi tulli».

Nell’immaginario creativo della stilista la neve è diventata simbolo di pace e silenzio, contrapposta all’affanno che contraddistingue i tempi di crisi. Nella collezione la neve si intravede nelle stampe di foglie e rami innevati, nei colori che mischiano tutte le gradazioni del grigio, dall’antracite al perla, con punte di bianco e argento. Per il giorno gli abbinamenti della collezione autunno inverno 2012-2012 sono innovativi: il trench stampato pitone double face color aragosta è portato con una gonna di camoscio intrecciato con ricami a borchiette e la blusa di chiffon; il giubbotto finto cocco di lana cloqué è accompagnato da una gonna kilt di visone nero e la blusa di jersey nero ha bottoni gioiello di smalto di varie dimensioni.

I completi abito e mantello, così «Jolie Madame», sono stati realizzati in flanella grigia, in jersey spina pesce o in cashmire. Immancabili i classici tailleurs di tweed con ricami all’inglese o di pied de poule a rombi. Per la sera, la Curiel propone gli intramontabili abiti «curiellini», costruiti a pieghe romane che fanno intravvedere piccole trasparenze in crêpe o georgette, vestiti con gonne drappeggiate molto sensuali in velluto con applicazioni di pizzo macramé oppure morbidi pantaloni che slanciano la figura femminile da portare con mantelle di pelliccia. Tutto è molto prezioso, dalle lavorazioni all’abbinamento dei tessuti. La nota stravagante è data dagli accessori, disegnati dalla figlia Gigliola che porta degnamente il nome della nonna, ideatrice della sartoria che negli anni ’70 vestì le donne dell’aristocrazia milanese e internazionale. Scarpe che ricordano le pantofole con applicazioni di borchie metalliche abbinate a calze in lurex o pizzo, classici panama in versione «lady» addirittura in pizzo, preziosi gioielli o bijoux in resina. La chicca sono i guanti con unghie finte applicate, «un falso d’autore», ha spiegato Lella Curiel, «per stigmatizzare i tanti falsi che troviamo in giro, dai capelli alle unghie, passando per ciglia, seni e labbra».

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