Via Margutta diventa la via della moda con “Cento stoffe d'Africa”

New Afric Style_ evento Cento stoffe d'Africa in via Margutta_Courtesy of Press Office
di Gustavo Marco Cipolla
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Lunedì 26 Giugno 2017, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 08:16
“Cento stoffe d'Africa” in via Margutta per parlare di moda. E la galleria romana “Area Contesa Arte” diventa una passerella dove fashion, pittura, design e bijoux si incontrano in una tre giorni che ha tutta l'intenzione di dare luce al “bello e ben fatto” africano. Perché la moda diventi ponte tra culture diverse raccontando storie che sanno di vita e sfide che vengono dal Sud del mondo. L'evento, organizzato dall'associazione “Ta Chance”, che promuove e valorizza l'arte e l'artigianato a Lomé (Togo), ha l'obiettivo di creare nuovi centri di formazione per i più giovani, puntando alla riscoperta dei mestieri in modo etico. Sul catwalk ideale le creazioni di Lucie Ameyo, che presenta la sua linea "New Afric Style" dove prevale la nuance del verde e i tagli occidentali si integrano alle texture in cotone, raso e wax, Medina Mbodj dal Senegal, che in pieno mood afro sposa il fascino del design del gioiello all'abbigliamento con bigiotteria e pezzi unici in cui l'agata, il corallo e l'ambra si uniscono alla terracotta, al tessuto e ad altri materiali tipici, e dell'atelier italo-etiope "WeBeTu" che, nato dall'incontro tra Massimo Lucchese e Aster Carpanelli, realizza creazioni colorate in cotone biologico facendo ricorso all'antico metodo di filatura al telaio con artigiani provenienti dall'Etiopia, dal Gambia e dal Senegal. “
 

«Un vero e proprio arcobaleno della vita» secondo Carpanelli. Poi, i capi creati con tecnica e maestria sartoriale dal libico Mohammad Ellaba, i gioielli in plexiglass e materiali sperimentali di Malika Mancia che si alternano alle “Armilla Creazioni” di Paolo Micarelli. Venerdì e sabato scorsi i fashion show hanno trasformato via Margutta, nota per essere la via delle Arti, nella via della moda. Made in Africa. Con la possibilità di fare shopping e degustare prelibatezze africane che associano al gusto fashion quello dei sapori locali. Non sono mancati i tocchi d'arte con l'esposizione delle opere della pittrice libica Suad Ellaba, di Anthony Mtoka dal Mozambico e di Denis Agbo, dal Togo, attraverso riproduzioni fotografiche dei lavori visibili in mostra. La bellezza afro è protagonista in via Margutta con la blogger Belysa Shabani, autrice di AfroOn.it, che sabato pomeriggio ha tenuto per i presenti un beauty workshop dal titolo “In the hair show. Il culto dei capelli nella cultura africana” e ha allestito con l'associazione culturale "Umoja" uno stand di prodotti naturali per la cura dei capelli, rigorosamente handmade seguendo le ricette della tradizione. La scrittrice e giornalista Daniela Morandini ha invece presentato il suo libro “Aiwa, la nostra Africa” un omaggio letterario al continente ispirato dall'incontro con un gruppo di ragazzi conosciuti al Centro di accoglienza Casale San Nicola di Roma Nord, dove l'autrice è stata docente di Italiano.

La tre giorni “Cento stoffe d'Africa” nasce dall'idea di diffondere la consapevolezza delle commistioni legate alla produzione tessile nel settore. Ad esempio, le stoffe di alta qualità degli abiti tradizionali all-over printed non sono stampate in Africa ma in Olanda. C'è, inoltre, anche un obiettivo solidale: raccogliere fondi per costruire in Togo una scuola professionale per tecnici del mestiere. “L'Africa in questo momento ha bisogno di infrastrutture che consentano il suo sviluppo”- fanno sapere dall'associazione "Ta Chance" gli organizzatori italiani e togolesi dell'iniziativa - “la creazione di posti di lavoro specializzati è uno strumento importante per aiutare la crescita. Cerchiamo di farlo rispettando la persona, la società e il Paese, evitando che il continente nel perseguire il suo sviluppo diventi la discarica del mondo occidentale”.
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