Chi ha già osservato i modelli in azione ha notato che Oliver e Weinraub puntano a un prototipo molto underground, cyber-punk. C’è molta pelle, lurex, cerniere, parrucche lunghissime e lisce, corpetti neutri, anfibi futuristici . Il marchio nato nel 2006 a New York attinge a piene mani nello streetwear. Il team che progetta i capi HBA sostiene "una soggettività fluidamente libera da vincoli".
Farà discutere, dicono gli addetti ai lavori.
«Fin dal loro primo evento a cui ho partecipato, due anni fa, sono rimasto colpito dal processo creativo sviluppato dal team di HBA – afferma Lapo Cianchi, direttore comunicazione ed eventi di Pitti Immagine – e dal modo unico di fare di ogni collezione, peraltro curatissima in ogni dettaglio stilistico, un forte statement sui concetti di genere, classe sociale, potere e bellezza. La ricerca multidisciplinare, le radici ben ancorate nella underground culture e l’imprevedibilità di certe soluzioni si riflettono nei loro fashion show, dove performance, musica e prodotto si definiscono reciprocamente. Ci aspettiamo una bella chimica dal loro incontro con una città come Firenze».
Intanto per chi si stesse alzando il sopracciglio «Ma tanto nella vita reale chi vuoi che indossi davvero quegli abiti che si vedono in passerella», c'è una curiosità che può spiegare come la moda genderless non sia una roba da salotto milanese o fashion addicted. Per la cronaca, infatti, Marks & Spencer, l'impero commerciale dell'intimo in Gran Bretagna, ha rilevato un dato: metà dell'intimo uomo è acquistato da donne. Tutti regali di fidanzate premurose?