Torino, Mario Testino apre la sua collezione d'arte alla Pinacoteca Agnelli

La mostra Somos libres ph Andrea Guermani
2 Minuti di Lettura
Venerdì 25 Luglio 2014, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 15:14

TORINO - Negli ultimi vent'anni l'universo di Mario Testino si aperto al mondo attraverso le fotografie. Le sue immagini sono famose ovunque, ma l'arte che lo ispira e che lui colleziona è rimasta fondamentalmente privata. "Somos Libres" (Siamo liberi, ndt) è stata presentata per la prima volta nel 2013 al MATE, l'associazione culturale dedicata a Mario Testino che si trova a Lima, in Perù: in quell'occasione, la mostra analizzava il suo interesse per le opere dei celebri Cindy Sherman, Richard Prince e Paul McCarthy insieme alle opere di artisti meno conosciuti ed emergenti nati, come lui, in Perù.

"Somos Libres II" è ora ospitata dalla Pinacoteca Agnelli di Torino fino al 14 settembre 2014 e continua a esplorare l'idea della libertà creativa che è un elemento essenziale della sinergia tra l'arte e la fotografia pubblicitaria e della moda.

«L'arte è il mio nutrimento, mi svela cose nuove e aumenta la mia consapevolezza - spiega Testino -. È interessante, perché è un cerchio che si chiude: prendo ispirazione da qualcosa, poi vedo che la mia opera a sua volta ha ispirato un artista e la guardo entrare nel mondo dell'arte nella sua forma nuova e appropriata».

Il nucleo centrale della mostra mette in contrasto il palcoscenico vuoto dell'astrazione con l'impulso figurativo della fotografia che rappresenta gli interessi e le influenze di Testino. Allo stesso modo, l'installazione stessa oppone alle opere, che sono tradizionalmente appese alle pareti, la fusione di impeto e impulso che rimanda alle pagine dei libri e delle riviste che costituiscono l'habitat principale della fotografia.

All'interno di questa sezione, immagini scattate da Testino sono presentate come pagine di una rivista tridimensionale, che mischia gli impulsi acquisitivi dell’occhio e della collezione. Nell'ultima stanza l’impulso figurativo trova un’eco in forme più tradizionali.

Appese dall’altezza degli occhi fino al soffitto, in modo da ricoprire tutta la parete, queste opere suggeriscono una forma di contiguità diversa. Dove la fotografia permette la sovrapposizione di fonti e mezzi diversi per creare esposizioni multiple di passato e presente, rivista e pagina, film e stampa, le forme dipinte vengono mostrate una di fianco all'altra. In queste opere più tradizionali, si può ancora percepire l'influenza della fotografia passata e di quella presente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA