“Fashion & Antiquity”, al Museo Nazionale Romano l'arte classica dialoga con la moda tra talk e interventi espositivi

Curato da Alessio de’ Navasques con Stéphane Verger, e promosso da Naba insieme all’Università La Sapienza, fino al primo dicembre l’inedito format indaga il rapporto fra il concetto di antichità, costume e archeologia

Palazzo Massimo, su concessione del MiC - Museo Nazionale Romano, Archivio Fotografico
di Gustavo Marco Cipolla
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Martedì 28 Novembre 2023, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 10:30

Dialoghi di moda e pluralità di voci in un format inedito che intende indagare il legame tra l’antico e il contemporaneo raccogliendo il valore inestimabile dell’heritage quale patrimonio culturale che attraversa i confini geografici, rileggendo iconografie e ispirazioni con la lente dell’attualità. Nasce così “Fashion & Antiquity”, laboratorio umanistico di riflessione inclusiva, in cui le tre istituzioni promotrici Museo Nazionale Romano, Sapienza Università di Roma e Naba, Nuova Accademia di Belle Arti ospitano, sino al prossimo primo dicembre, un’agenda ricca di attività formative, esposizioni, tavole rotonde e dibattiti che, in un confronto continuo con il mondo dell’archeologia, consentono a scrittori e studiosi di mettere a fuoco il tema principe della rassegna.

La rilettura delle collezioni e degli archivi museali

Con la curatela del docente Alessio de’ Navasques e Stéphane Verger, direttore del polo museale, il contributo scientifico di Romana Andò, al timone del corso di laurea magistrale in Fashion Studies dell’ateneo capitolino, e Colomba Leddi, Naba Fashion design area leader, letture e metodi differenti si alternano in un progetto che, assolutamente singolare nel suo genere, vuole offrire strumenti puntuali di decodificazione alle nuove generazioni ma non solo.

Se poi il linguaggio della moda vive nel tempo e si muove tra costumi, usanze e consuetudini, i filosofi Aby Warburg e Walter Benjamin avevano già evidenziato come le novità siano solite riprendere i tasselli di un mosaico concettuale assemblato nel passato, rielaborandolo e attualizzandone le forme fra creazione, libertà espressiva e innovazione che, accanto alle idee, vanno oltre la cornice cronologica. Pratiche che si inseriscono in una reinterpretazione delle collezioni e degli archivi del Museo, valorizzando la prospettiva immateriale della conoscenza.

Workshop e installazioni con la partecipazione di studiosi e archeologi

Fino al 29 novembre, in scena tre workshop aperti agli studenti dell’Accademia e del Dipartimento universitario Saras (Storia Antropologia Religioni Arte e Spettacolo), che coinvolgono le sedi di Palazzo AltempsPalazzo Massimo alle Terme e Terme di Diocleziano. Uno stimolante esercizio in loco che, grazie alla guida degli insegnanti Judith Clark, Marco Pecorari e Jan-Jan Van Essche, coadiuvati dalle archeologhe e responsabili dei siti Chiara Giobbe e Agnese Pergola, darà vita a installazioni site-specific e mostre per presentare l’esito della ricerca al pubblico. Due le giornate nell’Aula Odeion del Museo dell’Arte classica della Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza per discutere della relazione tra abito, natura corporea e rappresentazione in un’agorà articolata in panel e conversazioni con esperti del settore. Spiccano, fra i tanti, i nomi di Alessandro Saggioro ed Emanuela Cristiani, Patrizia Calefato, Maria Luisa Frisa, Vittoria Caratozzolo, Gwen Grewal, Romeo Gigli e gli interventi di Clark, Donatella Barbieri e Irene Baldriga «spaziando dalla danza modernista e la liberazione del corpo, dal frammento a bassorilievo del Giudizio di Paride della collezione Boncompagni Ludovisi e della ricostruzione della parte mancante, all’arte di disporre il panneggio, nel dialogo tra la pittura rinascimentale italiana e quella fiamminga», spiega de’Navasques che, di recente, a Milano è stato nominato curatore di “10 Corso Como”.

Panel e dibattiti sul simbolismo e la sacralità della vestizione

Focus sul simbolismo, il significato degli ornamenti arcaici ma anche sull’importanza dell’analisi interdisciplinare, per valutare i cambiamenti come quello climatico, e la sacralità della vestizione con Luca Scarlini e Clara Tosi Pamphili che raccontano la centralità di figure iconiche e di rottura quali la danzatrice statunitense Isadora Duncan, nel rapporto con lo stilista di origini spagnole Mariano Fortuny, lo scenografo e pittore Fabrizio Clerici e l'artista Carmelo Bene, solo per citarne alcune. In “Fashion Remains”, invece, Pergola, Pecorari, Marco Galli e Francesca Coletti esplorano le possibili riattivazioni archivistiche tra fotografia e testimonianze tessili. Il simposio si chiude con il talk “Nuove metodologie di studio della moda” al quale partecipano Andò, Simona Segre Reinach, Alessandro Manzi e Silvia Mazzucotelli Salice per parlare dell’evoluzione del sistema didattico fra tecnologia, digitalizzazione e nuovi media. “Fashion & Antiquity” vanta il patrocinio dell’Assessorato ai Grandi Eventi di Roma Capitale e il supporto della dimora storica Palazzo delle Pietre con FraMmenti Club. Il concept e le grafiche sono stati ideati da Nico Fiore e Misia Bacci, allievi del Triennio in Graphic design e Art direction di Naba.

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