TEL AVIV - Kobi Levi un designer israeliano con il pallino per le scarpe, che definisce come la tela su cui esprimere il proprio estro, le proprie emozioni e ispirazioni. Kobi ha esposto le sue creazioni in varie mostre e collettive in giro per il mondo, da Gerusalemme a Tokyo, da Verona a Berlino e collabora con grandi aziende produttrici di scarpe sparse per il globo.
Quando si osservano le sue scarpe non si può far altro che pensare a delle «opere d'arte»: ogni paio realizzato in pelle è rigorosamente lavorato a mano e prodotto in edizione limitata in una serie di venti, massimo trenta, esemplari. Ma cosa hanno di così speciale le sue scarpe?
Basta dare un'occhiata veloce alla collezione ispirata al mondo della «vecchia fattoria» per capire che il ragazzo non scherza. Prendiamo ad esempio il modello «Chicken» («Pollo») uno stiletto di 10 cm di altezza tutto giallo, con una vera e propria cresta arancione da «galletto del pollaio».
Oppure le romantiche «Black Swan» («Cigno Nero»): possiedono un profilo, nero e arancio, che farebbe impallidire anche Natalie Portman in persona.
C'è anche la linea «Flamingo», tutta rosa e ispirata ai meravigliosi e sinuosi fenicotteri, per non parlare di «Miao», la scarpa che ricorda un gatto mentre fa le fusa.
Per le più sportive ecco le «Baseball Cap» o le semplici «Baseball», che ricordano ovviamente le palline di cuoio che si usano in uno degli sport più noti al mondo.