Stoccata del governatore Acquaroli: «Mi dispiace per Ricci, io soffro solo il freddo»

Replica a distanza del presidente della Regione al sindaco di Pesaro con vista sulle Regionali «Dice che lo patisco? È solo una sua sensazione, non certo la mia. Parlano i fatti»

Stoccata del governatore Acquaroli: «Mi dispiace per Ricci, io soffro solo il freddo»
di Martina Marinangeli
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Domenica 24 Marzo 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 08:38

ANCONA Tutti seduti, si alza il sipario: lo spettacolo sta per cominciare. A suonare l’ouverture di quell’opera chiamata Regionali 2025 è stato il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che sogna da primo violino: «Acquaroli mi soffre, si è notato in tante occasioni», lo spartito intonato mercoledì a Pergola e riportato dal Corriere Adriatico. Una frase che sembrerebbe valere una discesa in campo (nemici interni al partito permettendo, e sono tanti) come candidato governatore per far tornare a sventolare su Palazzo Raffaello il vessillo dem.

Due spartiti

Ma nel centrodestra suona tutta un’altra musica e a fargli da controcanto è stato ieri il diretto interessato, Francesco Acquaroli.

E lo ha fatto proprio a casa sua, in quella Pesaro che l’8 e il 9 giugno sarà chiamata ad eleggere il nuovo sindaco. «Mi dispiace per Ricci, ma l’unica cosa che soffro è il freddo - l’ironica stoccata del presidente della Regione - Quell’affermazione è solo una sua sensazione, ma non è certo la mia». Ricci, non ti temo, la presa di posizione di Acquaroli contestuale al lancio della candidatura a primo cittadino di Pesaro di Marco Lanzi, uomo scelto dal centrodestra per sfidare Mr Preferenze Andrea Biancani, quota democrat.

Stai sereno

Notoriamente allergico alle polemiche politiche, alla fine il numero uno di Palazzo Raffaello ha ceduto alla tentazione, confortato anche dagli interventi che lo hanno preceduto. Un vero e proprio fuoco di fila su Ricci, quasi fosse lui l’avversario di Lanzi. «Io resto sempre ampiamente al lavoro per la nostra regione, chi mi conosce sa che non mi curo delle polemiche e che il mio lavoro riguarda tutto il territorio marchigiano senza fare distinzioni o avere doppie finalità. Quindi io sono sereno e guardo a ciò che faccio». Ostenta sicurezza Acquaroli, galvanizzato dai suoi. Ma il fatto che tutti nel centrodestra abbiano mirato ad alzo zero su Ricci dimostra che, in realtà, qualche timore di una sua discesa in campo nella corsa alla Regione c’è eccome. Di sicuro, hanno contribuito a garantirgli lo status di potenziale candidato. L’avversario da battere. Uno status che, a ben guardare, gli viene attribuito più dal centrodestra che dal suo Pd. La fascia tricolore pesarese - che ora si propone per le Europee, ma con lo sguardo fisso sulle Regionali - rappresenta un competitor ostico per Acquaroli&co, con un pedigree di tutto rispetto.

Identikit di un candidato

Unico sindaco dem di un capoluogo di provincia a resistere all’assalto del centrodestra, è riuscito a far guadagnare alla sua città anche il prestigioso titolo di Capitale italiana della Cultura 2024. Insomma, non un signor nessuno. Ma i fantasmi del passato potrebbero far sfumare i suoi sogni di gloria. Tanti, troppi i nemici interni che si è fatto nel tempo per poter pensare ad una candidatura unanimemente sostenuta dai dem. E in questa fase è relegato nella minoranza del partito, con una segreteria regionale che non smania per appuntargli al petto la stelletta di candidato governatore. Un mare in tempesta gli rema contro e Ricci lo sa. Cercare di farsi accreditare dal centrodestra come il più tosto degli avversari da battere potrebbe fargli gioco. E puntare direttamente alla testa coronata di Acquaroli sembra la mossa di un fine scacchista. Ma per lo scacco al re non basta. Tanto più se il re non si nasconde dietro all’arrocco ma passa al contrattacco: Ricci, non ti temo.

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