Stefano Reali: «Nel mio libro la vera identità di Shakespeare»

Stefano Reali: «Nel mio libro la vera identità di Shakespeare»
di Riccardo De Palo
2 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Febbraio 2024, 14:58

«Avevo in testa questo soggetto da anni, ne ho passati molti a documentarmi». Il regista, scrittore e compositore Stefano Reali ha presentato al Teatro Sala Umberto il suo romanzo Shakespeare Ænigma - la Prima Incarnazione di John Florio (Florestano ed., 828 pagine, 28 euro), con letture di Giuseppe Zeno e Silvia Siravo, nel corso di una serata moderata da Emilia Costantini. È stato veramente Shakespeare a scrivere opere immortali come Otello e Amleto? Reali sposa la tesi, suffragata da alcuni, del patto tra William Shakespeare e John Florio, giovane letterato italiano in fuga dall’Inquisizione e rifugiato in Inghilterra, dove inizia una scalata sociale che lo porta a incontrare personaggi favolosi come Giordano Bruno, Christopher Marlowe, John Dee.

Ma perché, tra tutte le possibili identità del “vero” autore delle opere di Shakespeare, proprio John Florio?

«Lui - dice Reali - si accorse da subito che con la Letteratura ci poteva fare un sacco di soldi. Gli inglesi erano assetati di trame. I teatri incassavano un botto. Era un’attività di cui vergognarsi pubblicamente, un po’ come la prostituzione, ma era altrettanto redditizia».

Ma in tutto questo, il Bardo che ruolo aveva?

«Non era un autore, era un imprenditore.

Che aveva un grande senso dello spettacolo. E sapeva sfruttare il lavoro degli altri. In modo geniale».

E John Florio, a sua volta, non si è sentito defraudato del successo delle opere scritte da lui, ma attribuite a un altro?

«A giudicare da ciò che lui stesso ha scritto, non la prese bene. Il problema è che probabilmente neanche lui si aspettava un trionfo così fulminante, stratosferico. Certo, era stato pagato, per i suoi drammi, e per il suo silenzio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA