Spari dall'auto in corsa a San Felice Circeo, legami col delitto di Thomas Bricca: uno dei fermati era nella banda coinvolta nell'omicidio

Disposti i domiciliari per i maggiorenni: nessuna spiegazione del raid con la carabina

Spari dall'auto in corsa a San Felice Circeo, legami col delitto di Thomas Bricca: uno dei fermati era nella banda coinvolta nell'omicidio
di Stefano Cortelletti
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Domenica 10 Settembre 2023, 00:10

Hanno preferito rimanere in silenzio. Adem Djelassi e Samuele Pasquale Belviso, 21 e 18 anni, non hanno spiegato al giudice Gian Luca Soana del tribunale di Latina il motivo per cui, nella notte tra giovedì e venerdì, insieme ad altri due ragazzi minorenni e a una quinta persona ancora ricercata, hanno sparato con una carabina da un’auto in corsa, una Mercedes Classe B, facendo il tiro a segno verso ignari passanti che si trovavano sul loro tragitto, durante la scorribanda iniziata alle 2.30 a Terracina e finita un’ora dopo a San Felice Circeo. Sette in tutto le persone che sono andate a farsi medicare al pronto soccorso dell’ospedale Alfredo Fiorini di Terracina, colpite al collo, a un orecchio, al torace e alle gambe dai pallini di piombo dell’arma imbracciata da uno dei fermati. Le loro ferite sono state giudicate guaribili in dieci giorni. I carabinieri non escludono che i feriti possano essere molti di più e per questo i militari continuano a rivolgere un appello: «Denunciate, non abbiate paura».

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GLI ARRESTATI
Per entrambi sono stati convalidati gli arresti domiciliari in attesa della prossima udienza, prevista il 28 settembre. Sono accusati di lesioni personali in concorso, aggravate dall’utilizzo di un’arma e di aver “approfittato di circostanze di tempo e luogo tali da ostacolare la pubblica o privata difesa”. Adem è il più grande del gruppo. Abita ad Alatri ma trascorre spesso le sue serate a Terracina. Dalle sue parti è conosciuto non soltanto per la patente che gli era stata sospesa diverso tempo fa, ma anche per i suoi rapporti con Omar Haoudi, coinvolto nell’inchiesta sull’omicidio del 19enne Thomas Bricca avvenuto proprio ad Alatri il 30 gennaio scorso.

Djelassi non è coinvolto in quell’omicidio, nato come vendetta per una rissa del giorno precedente, ma compare nelle carte dell’inchiesta perché faceva parte della cerchia di amicizie di Haoudi, vero obiettivo dei killer di Bricca. Del delitto sono accusati Roberto Toson di 47 anni e il figlio Mattia di 22.

 

Samuele Pasquale Belviso, da poco maggiorenne, è invece residente a Terracina e quella sera faceva parte del gruppo a bordo della Mercedes Classe B che ha seminato il panico nelle due città del litorale pontino. Non ha precedenti. Gli altri due componenti fermati hanno 17 anni e quindi, essendo minorenni, sono stati denunciati a piede libero. Uno di loro ha alle spalle un piccolo episodio di spaccio: era stato sorpreso a vendere marijuana a scuola. I carabinieri di Terracina, coordinati dal maggiore Saverio Lojacono, sono quasi vicini all’identificazione del quinto componente della baby gang, riuscito a fuggire dopo il fermo della Mercedes. Hanno dei sospetti, perché quel gruppetto faceva parte di una comitiva ben più ampia di ragazzi che erano soliti ritrovarsi in viale Cristoforo Colombo, e che erano tenuti sotto controllo dalle forze dell’ordine. Non avevano dato problemi finora, se non qualche segnalazione per uso di stupefacenti.

LA RICOSTRUZIONE
Quella sera, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i cinque hanno iniziato a sparare da viale Cristoforo Colombo, a Terracina: hanno colpito tre persone, sparando una quindicina di colpi. Un uomo di 50 anni a spasso con il cane, preso alla spalla, e una ragazza con il fidanzato entrambi colpiti alla nuca. Poi è toccato a una guardia giurata di 40 anni, in servizio alla sede Inps, colpito a una gamba, e a un ragazzo insieme ad altri amici, attinto a un orecchio. Il gruppo a quel punto si è spostato a San Felice Circeo: i ragazzi hanno sparato a una coppia di trentenni a passeggio, prima di essere fermati dai carabinieri nella centralissima via Tittoni. Nell’auto, i militari hanno rinvenuto la carabina, un coltellino multiuso e diversi grammi di cocaina. Attraverso le analisi dei tabulati dei cellulari, i carabinieri sperano di individuare eventuali altri complici.

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