Pronto soccorso dell'ospedale "Goretti", inutile persino un esposto

Pronto soccorso dell'ospedale "Goretti", inutile persino un esposto
di Giovanni Del Giaccio
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Domenica 29 Gennaio 2017, 17:12 - Ultimo aggiornamento: 17:13
L'affollamento di questi giorni è lo stesso degli ultimi anni, ma non sono serviti nemmeno gli esposti alla Procura della Repubblica o i cambiamenti ai vertici dell'ospedale e della Asl per una inversione di marcia. Anzi, se possibile, le condizioni del pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria Goretti di Latina sono ulteriormente peggiorate. Non per cattiva volontà degli operatori, sia chiaro, loro vivono in prima linea tutto l'anno e praticamente 24 ore su 24. È che gli accessi crescono, le strutture restano quelle, così come gli ausili - salvo un recente acquisto di barelle - il personale anche. Il filtro del territorio resta una pia intenzione, qualcosa cominciano a fare gli ambu fest nei fine settimana ma ancora non è sufficiente. A fronte di questo, la situazione quotidiana è a dir poco caotica. è in programma a inizio settimana un ennesimo vertice per cercare di capire cosa si possa fare e come intervenire, ma sembra un cane che si morde la coda. Perché ogni giorno ci sono sale visita super affollate, pazienti in attesa, malati in osservazione inevitabilmente a fianco di chi è appena arrivato ed è in barella, ambulanze bloccate perché non possono sbarellare e via discorrendo.
La cosa che colpisce è che nulla, finora, abbia dato esito. L'esposto alla Procura, ad esempio, presentato nel marzo 2014 dal sindacato Usb è rimasto nei cassetti. Venivano descritte - in pratica - le stesse condizioni di adesso. Certo, non possono essere i magistrati a dare una soluzione e nel caso di apertura di un'inchiesta non è che da oggi a domani si trovano possibili responsabili e soluzioni immediate, ma quello che arriva dal pronto soccorso del Goretti e dagli altri dipartimenti di emergenza è un grido d'allarme che qualcuno dovrà pur ascoltare.
«Noi abbiamo fatto un presidio in azienda, siamo andati in Procura - spiegano dall'Usb - abbiamo invitato i colleghi a sottoscrivere lettere con le quali informare che in condizioni di sovraffollamento non si possono garantire i normali standard, ma purtroppo nulla è cambiato». La situazione è comune ad altre realtà del Lazio, non c'è dubbio, ma questa è una spiegazione che regge fino a un certo punto. In sanità il male comune, non può essere considerato mezzo gaudio.