Operazione Tiberio, contatti con il Vaticano per ottenere finanziamenti

Operazione Tiberio, contatti con il Vaticano per ottenere finanziamenti
di Marco Cusumano
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Sabato 21 Gennaio 2017, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 13:33
LATINA - Spuntano contatti importanti tra alcuni indagati nell'inchiesta Tiberio e ambienti del Vaticano. Le carte dell'indagine che ha portato all'arresto di dieci persone, tra cui il sindaco di Sperlonga Armando Cusani, descrivono una rete di contatti utili ad ottenere benefici e favori per arrivare all'assegnazione di lavori e progetti.

Isidoro Masi (architetto responsabile dell'ufficio tecnico di Sperlonga) e l'imprenditore Nicola Volpe (indicato come promotore dell'associazione per delinquere) si recano a Roma il 25 febbraio 2016 perché «Volpe aveva organizzato una serie di incontri con i rappresentanti del Vaticano a cui doveva partecipare anche Masi» si legge nelle carte dell'accusa. Nelle intercettazioni si parla spesso di parcelle ritoccate per far risultare importi inferiori che poi però vengono ricaricati su altre voci. «I vantaggi per Masi - scrivono gli investigatori - non finivano con il progetto di ristrutturazione della chiesa di Santa Croce in Piazza Trento di Tivoli. Veniva infatti individuato un altro sforzo, da parte di Volpe a favore di Masi, funzionale a sponsorizzare un progetto di quest'ultimo, affinché ottenesse un finanziamento dal Ministero degli Esteri Italiano, necessario alla realizzazione della Casa dei Mestieri a Cuba».
Secondo le indagini questo progetto poggiava sulle relazioni esistenti tra Volpe e ambienti del Vaticano, in particolare con l'amicizia con un ecclesiastico che a sua volta avrebbe agito su altre persone con ruoli importanti all'interno della Santa Sede. Tutte persone non indagate, è bene chiarirlo, ma sulle quali gli indagati avrebbero fatto affidamento per arrivare ai propri obiettivi.

L'appoggio di queste persone viene indicato dagli investigatori in particolare nella disponibilità di un monsignore ad attribuire a un'associazione religiosa la paternità del progetto di Masi. «In tal modo si garantiva una maggiore probabilità di ottenere il finanziamento pubblico. Senza una copertura di tale livello anche una buona opera non sarebbe riuscita ad ottenere il finanziamento richiesto». Concetto che, dalle intercettazioni, viene sottolineato ampiamente dall'ecclesiastico il quale puntualizza tutto il peso del suo intervento: «Ho capito che è un'opera buona ma qui le facciamo in tutto il mondo le opere buone, questa che cosa ha in più?». Gli interlocutori di Volpe e Masi sono disposti a fornire un supporto ma anche contatti utili al finanziamento dell'opera, in cambio di un ritorno di immagine. Si parla di contatti di alto livello, anche in ambiente diplomatico e dunque la proposta deve essere ben presentata. Per lavorare con Cuba, anche attraverso stage e viaggi in Italia, occorre una Onlus ma anche una ONG accreditata, altrimenti è difficile poter realizzare il progetto.

Dopo tanti incontri e contatti, alla fine, avendo ottenuto rassicurazioni sul sostegno formale del progetto, Volpe e Masi si compiacciono del risultato. E ridendo commentano: «La strada del prete... La strada ecclesiastica... E' la strada maestra!». Tutto registrato, tutto agli atti di un'indagine che contiene spunti davvero inimmaginabili.

Marco Cusumano
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