Priverno, aggredisce la madre e uccide il compagno con un vaso: arrestato

Priverno, aggredisce la madre e uccide il compagno con un vaso: arrestato
di Marco Cusumano
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Giovedì 30 Novembre 2023, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 11:31

Un feroce litigio, poi le urla sempre più forti e infine il tonfo di un corpo caduto a terra. È stato ucciso con un vaso lanciato in testa Germano Riccioni, 49 anni, colpito durante un litigio con il figlio della sua compagna, Adele Coluzzi di 57 anni. Anche lei è stata aggredita durante la furibonda lite familiare e ora si trova ricoverata in gravi condizioni all'ospedale San Camillo di Roma. I carabinieri hanno arrestato Luigi D'Atino, 33 anni, figlio della donna ferita. Secondo la ricostruzione l'uomo ha prima ferito la madre e poi ucciso il suo compagno con una pesante anfora scaraventata contro la testa.

IL LITIGIO

L'omicidio è avvenuto ieri mattina tra le 5.30 e le 6 in via Madonna del Colle, un quartiere di Priverno, in provincia di Latina, a poco più di cento chilometri a Sud di Roma. A dare l'allarme sono stati i vicini di casa della coppia che hanno sentito le urla provenire dal piano superiore. Voci sempre più forti, un litigio che poi è sfociato nell'aggressione, la cui dinamica però è ancora tutta da chiarire. Il cadavere di Germano Riccioni è stato trovato all'ingresso della piccola palazzina al civico numero 15 di via Madonna del Colle. Ma la coppia abita al primo piano, dunque è possibile che la vittima sia scesa giù per un chiarimento con Luigi D'Atino, a quel punto il 33enne potrebbe aver perso le staffe lanciando di tutto contro il compagno della madre, colpendolo alla testa con una pesante anfora che si trovava lì nel terrazzino e ferendo in maniera simile la madre, anche lei colpita alla testa e al viso.

Un'altra ipotesi, la più probabile, è che la discussione sia nata all'interno dell'abitazione per poi proseguire al piano di sotto, all'ingresso della palazzina dove è stato trovato il cadavere. Di certo il colpo alla testa fatale è stato dato al piano terra dove sono state trovate evidenti tracce di sangue sia sul pavimento, accanto al corpo, che sulla parete della palazzina. Il medico legale Maria Cristina Setacci ha effettuato il primo sopralluogo con un esame esterno del cadavere, oggi è previsto l'affidamento dell'incarico per l'autopsia che chiarirà le modalità e le cause della morte. Bisognerà stabilire il numero di colpi ricevuti dalla vittima e con quali oggetti, visto che la scena del crimine è piena di materiale compatibile con la colluttazione, segno che c'è stato uno scontro con il lancio di diversi oggetti presenti in casa.

IL MOVENTE

Da chiarire la causa del litigio scoppiato all'alba di ieri. Secondo quanto emerso l'omicida ha precedenti episodi di droga, una delle ipotesi è che ci sia stata una richiesta di denaro per acquistare lo stupefacente e che la lite sia scoppiata per un diniego. Luigi D'Atino per adesso non parla, davanti ai carabinieri e al magistrato Giuseppe Bontempo si è avvalso della facoltà di non rispondere e dunque al momento è impossibile avere conferme sul movente, anche perché la madre, Adele Coluzzi, è ricoverata al San Camillo con prognosi riservata e non è in condizioni di essere ascoltata dagli investigatori. I militari del Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal colonnello Antonio De Lise, hanno già ascoltato diversi vicini per ricostruire l'omicidio. Il reparto della Scientifica ha lavorato 3 ore per raccogliere tutte le tracce sulla scena del crimine, il materiale sequestrato sarà confrontato con le ferite per verificare la compatibilità.

IL TESTIMONE CHIAVE

Ieri pomeriggio è stato ascoltato dai carabinieri il testimone chiave che per primo ha soccorso la donna ferita, trovandosi davanti il cadavere di Riccioni e l'aggressore D'Atino in stato confusionale. «Dopo aver sentito le urla - racconta il vicino di casa - sono uscito e ho trovato la terribile scena, c'era molto sangue a terra e l'uomo disteso e immobile, poi ho notato che anche la donna era ferita e respirava male.

Mi sono rivolto al giovane e gli ho urlato "Cosa hai fatto?". Credo che l'abbia colpito con un'anfora di gesso, c'era molta confusione, forse ha lanciato anche altro materiale, come la bicicletta di mio figlio. Io e la mia famiglia siamo sconvolti per quanto accaduto». Il killer è stato visitato in ospedale e poi, dopo l'arresto, rinchiuso in carcere in attesa dell'interrogatorio.

 
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IL PERSONAGGIO

È sconvolto il paese di Priverno, poco più di 14mila abitanti, dopo il tragico omicidio avvenuto al culmine di una lite familiare. L'omicida, Luigi D'Atino di 33 anni, è molto conosciuto nonostante abbia vissuto per anni lontano dal paese d'origine. «Andavo a scuola con lui - racconta una ragazza - e so che era diventato uno chef apprezzato, si era trasferito in Sicilia e lavorava lì. Ha una figlia piccola, recentemente però è tornato qui, forse c'erano dei problemi». Di sicuro aveva avuto problemi di tossicodipendenza oltre a un grave lutto per la perdita del padre, Antonio, in un incidente stradale. Recentemente si arrangiava con dei lavori nel settore edile, come pittore. I carabinieri di Terracina e del Nucleo Investigativo di Latina stanno scavando nella vita dei tre protagonisti di questa triste storia di violenza. Dai primi riscontri emerge un quadro familiare caratterizzato dal degrado e dalle dipendenze, ma per arrivare a definire il movente del litigio culminato in delitto occorrerà analizzare altri aspetti e ascoltare la testimonianza della donna rimasta gravemente ferita, Adele Coluzzi di 57 anni, anche lei colpita alla testa e al volto dal figlio che poi ha ucciso il compagno, Germano Riccioni.

VITTIME

I due vivevano insieme nel quartiere di Madonna del Calle, a due passi dal piazzale di San Benedetto. «Sapevamo dei loro problemi - raccontano alcuni residenti - ma comunque erano persone abbastanza tranquille, non ci risultano litigi particolari o episodi di violenza. Lui lo vedevamo spesso con il cane a passeggio qui nel quartiere». La vittima, Germano Riccioni 49 anni, lavorava come manovale con diverse ditte, a seconda delle occasioni che capitavano. L'uomo lascia una figlia avuta da una precedente relazione. Da tempo conviveva con Adele Coluzzi, anche lei finita nel mirino della furia del figlio 33enne contro la coppia. La donna è stata trasportata in eliambulanza al San Camillo di Roma dove è ricoverata, in prognosi riservata, per un trauma cranico e un'emorragia cerebrale. Ieri è stata sottoposta a interventi di sutura per le numerose ferite al volto e nei prossimi giorni dovrà essere sottoposta a un intervento di chirurgia maxillofacciale. Quando è arrivata l'ambulanza, davanti alla sua abitazione, era presente il figlio che dopo averla ridotta in quelle condizioni ha assistito ai soccorsi in evidente stato confusionale, prima di essere arrestato dai carabinieri.

«La gravità di quanto accaduto - commenta la sindaca Anna Maria Bilancia - ci lascia attoniti e profondamente addolorati».

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