Una carriera segnata anche dai riconoscimenti, l'ultimo lo Young Fluorescence Investigator Award, premio internazionale della società di biofisica degli Stati Uniti, destinato a giovani ricercatori per scoperte di rilievo nel campo della biofisica. Quelle di Francesco riguardano, in particolare, la fluorescenza e le sue applicazioni. La societàstatunitense gli ha assegnato una targa, 1000 dollari e ha voluto un suo seminario scientifico in occasione della consegna del premio. In cosa consiste l'attività di Francesco Cardarelli? Attaccare ad una molecola di interesse a scopo diagnostico-terapeutico una lampadina che ci permetta di vederla. «Utilizziamo - spiega - una sonda fluorescente che consente di vedere la molecola e di seguirla, quindi capire come interagisce con la cellula o i tessuti e quale è il suo destino finale». Una cellula si misura in micron, milionesima parte del metro, per le molecole invece bisogna scendere fino alla nano-scala (un miliardesimo di metro) e non a caso si usano sonde nanoscopiche.
«Usiamo gli strumenti della chimica per creare la molecola finale dice il neo professore associato e poi iniziamo a seguirla e studiarla. La fluorescenza è lo strumento con il quale ci permettiamo il lusso di guardare le molecole dentro la materia vivente». Grazie al cosiddetto imaging ottico si ottiene «la necessaria risoluzione sia spaziale che temporale per un insolito e dettagliato viaggio all'interno del vivente». Ricerca di base che apre, però, a numerose applicazioni, per esempio in ambito medico.
«Non me ne occupo direttamente spiega Francesco ma se si capiscono i dettagli molecolari poi inevitabilmente si aprono nuove possibilità anche per la ricerca applicata. Penso ai tumori, alle malattie neurodegenerative, al diabete e alle altre patologie metaboliche».
Una passione, quella per queste materie, nata tra i banchi del Liceo Grassi di Latina grazie «al professor Bruno Carroccia che insegna Scienze. Mi piacevano le sue materie, e come le insegnava. Da lì l'idea di partecipare al concorso per la Scuola Normale». Una delle università più prestigiose al mondo.
La città della torre che pende è diventata la sua seconda casa, lì sono passati altri studenti della nidiata di Carroccia, come Arianna Cozza e Ennio Tasciotti, che oggi è negli Stati Uniti, a Houston. Giovani ricercatori di Latina partiti proprio dal Grassi, ai quali anche Rai Educational ha dedicato una puntata qualche anno fa. Per Cardarelli, da oggi, anche la cattedra della Scuola dove ha mosso i primi passi e si è laureato. Il futuro? Tutto da scrivere, come per la ricerca sulle molecole. Anche se, grazie alla fluorescenza (e a Francesco), oggi la comunità scientifica sa qualcosa in più.
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