«Da gennaio a settembre sono state sessantasei le denunce di infortuni sul lavoro da Covid-19 in provincia di Latina, con una incidenza del 3,8 per cento sul totale di quelli registrati nel Lazio. Erano stati sessanta a fine agosto e rappresentavano il 3,7 per cento delle denunce complessive provenienti dalla nostra regione», lo fa sapere Luigi Garullo, segretario generale della Uil di Latina.
«Dai dati dell'Inail, elaborati dalla UIL del Lazio - spiega Garullo rileviamo che gli uomini sono stati maggiormente contagiati: in nove mesi trentasei lavoratori e trenta lavoratrici hanno infatti contratto il virus durante l'attività lavorativa.
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Nel panorama regionale la provincia pontina è comunque quella che registra meno infortuni specifici sul lavoro da contagio Covid. Prima in graduatoria è Roma con 1391 segnalazioni all'Inail, segue Frosinone con 110, poi Rieti con 99 e Viterbo con 67. Nel Lazio l'Inail ha raccolto 1733 denunce di contagi sul lavoro.
SANITA' E TERZO SETTORE
«Codificate per attività economica - chiarisce Garullo - rivelano come oltre la percentuale più elevata abbia riguardato il settore della sanità e dell'assistenza sociale. Gli infermieri, i medici, gli operatori sanitari e socio assistenziali, sono state quindi le professionalità maggiormente esposte al contagio da coronavirus».
«Allargando lo sguardo al territorio nazionale le denunce sono state oltre 54mila, 319 quelle con esito mortale prosegue l'esponente sindacale - Tornando invece all'area pontina, due dei sessantasei casi registrati hanno avuto purtroppo conseguenze irreversibili culminando con esito mortale. In questa triste classifica ci collochiamo al secondo posto, dopo Roma che ha registrato 12 decessi, e prima di Frosinone che ne ha registrato uno».
«E' un panorama che certamente ci preoccupa e che ci fa capire quanto sia pericoloso ogni atteggiamento che tende a sottovalutare i rischi di questa pandemia che purtroppo sta ripartendo anche velocemente. Peraltro - conclude Garullo sono numeri che non tengono conto di ciò che accade nel mondo sommerso, dove il lavoro è nero, sottopagato e dove spesso mancano le più elementari norme di sicurezza».
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