IL COLLOQUIO
Latina può vantare un primato nazionale nel sostegno a bambini e adolescenti vittime di violenza e bullismo. Grazie a un percorso portato avanti da anni, è attivo il primo Centro Antiviolenza per minori, una struttura che raccoglie segnalazioni e aiuta le vittime in tutte le fasi necessarie. L'anima e il cuore di questa struttura sono rappresentati da due figure: Monica Sansoni, Garante regionale dell'infanzia e dell'adolescenza, e l'avvocato cassazionista Pasquale Lattari, mediatore familiare e penale.
Come è nata questa iniziativa? «Il Centro Antiviolenza - spiega Monica Sansoni - nasce da un protocollo tra l'ufficio del Garante infanzia e adolescenza della Regione Lazio e il consultorio familiare della Diocesi di Latina dove ha sede.
Un percorso che arriva da lontano, come sottolinea l'avvocato Lattari: «L'attività di giustizia riparativa è ormai consolidata, dal 2006 è attivo l'ufficio "In Mediazione" (primo nel Lazio), dal 2017 effettuiamo anche mediazione penale per adulti e dal 2022 gestisce il Centro di giustizia riparativa e mediazione penale minorile della Regione Lazio».
I minori che vengono assistiti non sono soltanto vittime, ma anche autori delle violenze. «L'ascolto e l'accoglienza dei minori autori e vittime - è ambito privilegiato della giustizia riparativa, ambiti che il processo ordinario penale non concede. La riforma Cartabia l'ha regolamentata e tra i fini vi è proprio il riconoscimento della vittima» spiegano Lattari e Sansoni. «Il Centro Antiviolenza intende offrire un servizio di accoglienza, ascolto, orientamento e sensibilizzazione per minorenni e adolescenti, concretizzando gli strumenti e le tutele previste dal nostro ordinamento, sotto il profilo penale e civile, di tutela, protezione e presidio alle vittime di reato minorenni e adolescenti». Una realtà che agisce nel concreto, parlando con le famiglie e indirizzandole in ogni scelta. Eppure molte istituzioni ignorano questa attività. «E' vero - spiegano Sansoni e Lattari - va evidenziato che le istituzioni locali non hanno compiuta conoscenza del Centro e della sua originalità».
Qualche esempio concreto di casi che avete seguito? «Il Centro lavora in assoluta riservatezza e senza clamore, anzi ha necessità di silenzio e discrezione. Come non ricordare l'opportunità che abbiamo offerto ad un minore, che per varie e gravi ragioni era a rischio abbandono scolastico, di concludere con la dovuta assistenza il percorso formativo della terza media e consentire di effettuare l'esame, peraltro con risultati soddisfacenti. Oppure l'intervento nella scuola della nostra provincia dove si è verificato quel tragico episodio di bullismo con rischio suicidio per la vittima oggetto di attività persecutoria dell'intera classe, e ancora situazioni di abusi su minori. Ma non vanno dimenticati i tanti episodi di maltrattamenti in famiglia o di reati tra pari che hanno occupato le pagine della cronaca locale».
Perché i ragazzi e le ragazze fanno fatica a raccontare e denunciare le violenze subite? «La vittima - risponde Lattari - attiva spesso la negazione del fatto. Il giovane cambia atteggiamento, diventa introverso e sviluppa inappetenza. Se la famiglia riesce a cogliere tutto ciò, per noi è più facile intervenire».
Il caso del prof arrestato con l'accusa di pedofilia, Alessandro Frateschi, ha scosso la città. Che ruolo hanno avuto le istituzioni? «I ragazzi del liceo Majorana - risponde Monica Sansoni - si sono rivolti a noi, ma vista l'urgenza e la gravità del caso abbiamo immediatamente attivato le forze dell'ordine per le denunce. Poi si sono rivolti a noi anche altri ragazzi vittime, i quali sono stati messi in contatto con i carabinieri. Colgo l'occasione per ringraziare le forze dell'ordine che hanno effettuato rapide indagini tutelando i minori con i provvedimenti cautelari».
Il caso di Frateschi arriverà in tribunale il primo febbraio, la Garante dell'Infanzia si costituirà parte civile a tutela e sostegno dei minori con l'avvocato Nicodemo Gentile.