IL CASO
Si troveranno a frequentare gli stessi ambienti scolastici nonostante le violenze subite. Il gip del Tribunale dei minori di Roma che ha emesso il provvedimento della misura cautelare della permanenza in casa per il sedicenne accusato di aver sottoposto ad una serie di violenze fisiche e psicologiche la sua ex fidanzata, anche lei di 16 anni ha deciso che può tornare a scuola. Ma i due, l'accusato e la vittima, sono compagni di scuola, frequentano lo stesso istituto professionale del sud pontino, anche se non la stessa classe, sono studenti infatti di due sezioni diverse. In seguito all'interrogatorio di garanzia, il giovane difeso dall'avvocato Massimo Signore ha negato gran parte degli addebiti, in particolare quello di aver costretto la giovane a un rapporto sessuale non consenziente.
Il ragazzo ha detto al giudice che erano «fidanzati in casa» dall'aprile del 2022 e che la sua è sempre stata «una semplice gelosia» e non qualcosa di violento o di malsano.
La difesa dell'adolescente aveva richiesto la revoca della misura cautelare, consegnando foto e video in cui si vedono lividi e contusioni sostenendo che erano la conseguenza degli allenamenti di kickboxing praticati dalla ragazza e non provocati dal giovane.
Il giudice Manfredonia però ha confermato il provvedimento restrittivo ma ha autorizzato l'esercizio del diritto allo studio, ovvero il giovane potrà tornare a scuola e frequentare le lezioni, dalle quali era stato allontanato lo scorso 29 gennaio quando i carabinieri lo hanno raggiunto proprio nell'istituto scolastico per notificargli il provvedimento e accompagnandolo nella propria abitazione.
Ora potrà dunque tornare a lezione, ma al termine dell'orario scolastico dovrà fare rientro immediatamente nel suo domicilio, dove si trova tuttora ristretto.
La vicenda è diventata un'inchiesta giudiziaria dopo un tema di italiano che la ragazza ha scritto sul caso di Giulia Cecchettin.
Ora però il problema si ripropone. Il ragazzo è stato riammesso a scuola e i due potrebbero trovarsi di nuovo faccia a faccia nei corridoi, durante la ricreazione, all'ingresso o all'uscita. La scuola non è stata ancora informata ufficialmente della decisione del giudice.
Nei confronti del ragazzo permangono le accuse di atti persecutori e di violenza sessuale. La famiglia della sedicenne è in attesa di ricevere le motivazioni della decisione del gip del Tribunale dei minori di Roma, al fine di procedere con una eventuale opposizione al provvedimento, e ha deciso di farsi affiancare da un'associazione antiviolenza, per avere sostegno sia psicologico che legale.