«Abbiamo scelto un grande ematologo - ha detto il dirigente dell’ematologia di Latina, Giuseppe Cimino - che ha fatto importanti studi su patologie che erano nel limbo del nostro settore e invece, oggi, sono di primaria importanza». Lo ha spiegato lo stesso Vannucchi, dimostrando come «Cenerentola è diventata principessa» e ripercorrendo gli studi dal ‘51 a oggi. Sono serviti oltre 20 anni per comprendere le difficoltà di affrontare e curare le malattie mieloproliferative croniche, una “famiglia” composta da policitemia vera, trombocitemia essenziale e mielofibrosi primaria.
Dal 2005 a oggi sono stati fatti passi da gigante, da quando cioè è stata dimostrata una mutazione del Dna presente nelle tre patologie e si è “sintetizzata” una molecola - grazie anche agli studi fatti a Firenze proprio dall’équipe di Vannucchi - che consente di migliorare la qualità della vita, evitare interventi chirurgici ad esempio alla milza che altrimenti si ingrossa a dismisura e va tolta: «Ma il prossimo passo, quello decisivo, sarà la guarigione». Presenti al padiglione “Porfiri”, fra gli altri, il vice sindaco di Latina Maria Paola Briganti, la responsabile del Dipartimento di scienze e biotecnologie medico-chirurgiche della Sapienza, Antonella Calogero, il sub commissario dell’Ordine degli avvocati Giacomo Viola e i precedenti vincitori del premio “Laganà”.
Come ogni anno l’associazione «ha ricordato Alessandro - ha detto Giulio Vasaturo - aggregando tante persone, come sarebbe stato capace di fare lui».
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