“Il cercatore di asparagi”, prima favola di Alessandro Petruccelli

“Il cercatore di asparagi”, prima favola di Alessandro Petruccelli
di Andrea Gionti
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Lunedì 3 Gennaio 2022, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 10:40

Dai romanzi alle favole. L'attività letteraria di Alessandro Petruccelli, l'86enne scrittore sancosimese di nascita ma da decenni trapiantato a Formia dove ha insegnato Lettere all'Istituto tecnico commerciale Filangieri, Premio Rapallo per il romanzo “Un giovane di campagna”, trova ulteriori apprezzate fonti di espressione nelle sei favole scritte negli ultimi anni, l'ultima delle quali, da poco in libreria, è “Il cercatore di asparagi” (Graphe.it edizioni).

La guerra è da poco finita si legge nella prefazione e rinasce, negli abitanti di Campoluongo, la speranza di tornare alla normalità. Riprende anche la scuola e il piccolo Damiano ne è così contento da voler cercare un giorno gli asparagi più succosi per regalarne un mazzetto alla maestra. Fra i rovi scopre invece ciò che resta di un soldato tedesco. Eppure anche da questo cupo episodio qualcosa rinascerà: un albero, piantato da Damiano; poi un mestiere antico, scaturito dal legno; e infine, le incredibili ramificazioni della vita che porteranno il protagonista molto lontano per ricondurlo, poi, più adulto, di nuovo alle proprie radici.

Una bella favola con grandi illustrazioni di Emiliano Billai, che ha il sapore dei tempi andati, ma ha molto da dire anche a noi oggi. E per la sua esperienza riguardante la civiltà contadina, che con le sue tradizioni e la sua storia emerge chiara dai suoi racconti che assumono anche un ruolo didattico, l'Istituto Sperimentale Zootecnico per la Sicilia chiese a Petruccelli nel 2006 di far parte della giuria del concorso letterario Platero. A chi gli chiede quale sia la sua fiaba preferita, Alessandro Petruccelli risponde così: Non ho avuto una fiaba preferita. Nella mia casa contadina di quando ero piccolo, oltre a quelli delle elementari, non c'erano altri libri. C'era però il racconto delle persone anziane intorno al focolare che spesso si faceva immaginoso.

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