Fritta, in umido o ai ferri, l’anguilla è una vera e propria prelibatezza che fa parte della tradizione, in particolare di quella partenopea, e che a molti appare ancora più gustosa se pescata gratuitamente e, molto spesso, illegalmente. E quello che prima sembrava un fenomeno difficile da contrastare oggi è diventata una vera emergenza con l’Arsial che si è sentita costretta a correre ai ripari affidando alle guardie ittiche e ambientali Fipsas il ruolo di sentinelle del bacino lacustre, in particolare nelle ore notturne. La stagione più critica per la pesca di frodo di questa specie è quella compresa tra i mesi di settembre e dicembre ma i controlli sono già partiti in primavera.
Il ripopolamento dell’anguilla, del resto, è una delle numerose misure previste dal Piano di gestione Regionale anche in altri bacini lacustri laziali dove il fenomeno è meno sviluppato. Il progetto, inoltre, gode di un cospicuo finanziamento europeo che interesserà, tra gli altri, anche il vicino Lago Lungo. Non solo appostamenti e controlli notturni, con le guardie che hanno il potere di elevare salate sanzioni e comminare denunce penali, ma anche attività sportive finalizzate alla lotta contro il principale predatore di anguilla del Lago di San Puoto, il black blass, altrimenti noto come il pesce persico trota.
Le Fipsas si faranno dunque carico anche dell’organizzazione di gare sportive che, oltre a costituire un’attrazione turistica per gli appassionati, avranno lo scopo di favorire il ripopolamento delle anguille all’interno del piccolo ma preziosissimo bacino lacustre. Al momento, con determina firmata dal direttore generale dell’Arsial Stefano Sbaffi, sono già stati stanziati per tale causa i primi 5mila euro.
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