Contratto di ricollocazione: 300 disoccupati ancora in attesa dei rimborsi e del job day

Contratto di ricollocazione: 300 disoccupati ancora in attesa dei rimborsi e del job day
di Barbara Savodini
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Martedì 13 Settembre 2016, 20:55 - Ultimo aggiornamento: 21:09
LATINA - Formazione, rimborsi per gli spostamenti, colloqui di lavoro e la possibilità, finalmente, di essere reinseriti nel mondo del lavoro: sulla carta il cosiddetto contratto di ricollocazione over 30 era uno strumento formidabile ma molti si sono ritrovati con un pungo di mosche in mano. Dopo Garanzia Giovani, il tirocinio che si proponeva di inserire dal punto di vista occupazionale i neodiplomati ma finiva per (sotto) pagare - a distanza di mesi - anche chi aveva una laurea, una nuova ondata di proteste sta per travolgere la Regione Lazio. A farne le spese, come se la perdita dell’impiego non bastasse, un esercito di disoccupati i quali speravano nello strumento della ricollocazione per essere messi in contatto con le aziende.

Solo in provincia di Latina si parla di 290 persone, 210 iscritte al progetto tramite gli uffici di collocamento di Latina, Fondi e Formia e 80 per mezzo dei centri per l’impiego di Sezze e Cisterna. Tutti, nonostante il periodo di formazione sia finito già da diversi mesi (basti pensare che l’iscrizione andava fatta entro il 9 ottobre del 2015), lamentano il mancato rimborso delle spese sostenute per seguire il corso oltre che la partecipazione al tirocinio. Secondo quanto previsto dal bando, ciascun candidato doveva infatti essere pagato poco più di 8 euro all’ora per un totale di 120 lezioni; a questa somma si sarebbe dovuto aggiungere un indennizzo di 100 euro al mese per spostamenti e spese vive. 

«La cosa più grave – spiega uno dei corsisti dell’Enadil di Latina – è stata tuttavia la mancata possibilità di poter partecipare ai colloqui come ci era stato detto». Il famoso job day, quello in cui i vari candidati, dopo aver acquisito le competenze necessarie, avrebbero avuto la possibilità di partecipare alla selezione per un posto di lavoro, in sostanza non si è mai tenuto. Una mancanza non da poco in quanto l’utilità del contratto di ricollocazione doveva essere non tanto quella di formare (al di là della validità dei corsi, riconosciuta da tutti partecipanti, molti di loro erano addirittura laureati), quanto quella di trovare un posto, anche da precario o part time, a chi era stato tagliato fuori dal mondo del lavoro.

A tutto questo si aggiunge la beffa di non aver percepito né quanto previsto dal bando né i rimborsi, per un totale di circa mille euro a candidato, con un ulteriore aggravio della situazione economica personale di ciascun partecipante. «Non sono queste le politiche occupazionali di cui abbiamo bisogno – conclude il tirocinante beffato, già provato anni fa dal licenziamento arrivato a seguito della chiusura di un colosso della grande distribuzione organizzata – mi auguro solo che i rimborsi arrivino al più presto». Secondo le indiscrezioni trapelate, a fine agosto gli uffici competenti hanno chiesto ai vari centri per l’impiego di rendicontare le ore ma, considerando i tempi della Regione, i pagamenti non arriveranno prima di dicembre. 
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