Parco San Marco, chiude il Bar... bapapà. La titolare: «Canone troppo alto»

Parco San Marco, chiude il Bar... bapapà. La titolare: «Canone troppo alto»
di Monica Forlivesi
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Mercoledì 26 Ottobre 2022, 12:29

Chissà quanto ci hanno pensato le sorelle Cimini prima di scegliere quel nome: Bar...bapapà. Devono aver immaginato un futuro allegro, pieno di giochi e di bimbi, alla possibilità di trasformarsi come i Barbapapà a cui si sono ispirate, trasformarsi e crescere. Invece l'avventura si è chiusa con lo scatto secco di un lucchetto pochi giorni fa: in anticipo di due anni rispetto alla scadenza dell'assegnazione con la quale il Comune di Latina aveva assegnato quel fazzoletto di parco San Marco alla ditta Cimini, o meglio il chiosco bar e l'area verde di sua pertinenza per sei anni pagando un canone annuo di 8.600 euro.

È stato il primo affidamento, ha interrotto un lungo periodo in cui il parco è stato in semi-abbandono, uno spazio verde solo in teoria: così scrivemmo nel 1997, con i bambini costretti a giocare in una landa desolata e piena di pericoli. Ce n'è per tutti i gusti: dalla vasca profonda e vuota, ai tombini scoperchiati, ai pezzi di vetro che nessuno raccoglie.

Dopo vent'anni il sapore di qualcosa di nuovo: risistemato e affidato alle sorelle Cimini, l'area è stata recintata dal Comune e dotata di altalene, scivoli, giochi. Ilenia e Arianna nell'estate del 2018 aprono il cancello del parco ai loro ospiti, si inizia alla grande: colazione la mattina, merenda il pomeriggio, sedute di pilates per genitori, zii, nonni e amici dei più piccoli, musica per tutti. Nei giorni scorsi Arianna scrive sulla pagina Facebook del Bar...bapapà che l'avventura finisce, saluta e ringrazia tutti, soprattutto i protagonisti: i bambini.

Cosa è successo? «Il periodo non ci ha aiutato, il Covid, la guerra, il caro bollette, non riusciamo più a sostenere l'attività, il canone di 9.000 euro, 800 al mese, è troppo alto. Abbiamo chiesto al Comune di venirci incontro ma essendo stato fatto un bando non possono ritoccarlo ovviamente, durante il Covid i pagamenti sono stati sospesi, ma poi abbiamo dovuto pagare tutto, non ce la facciamo».

Come si sarebbe potuto evitare? «Negli anni abbiamo chiesto di fare degli interventi, lì si lavora quattro mesi all'anno, ci siamo accorti fin da subito che c'erano delle criticità, ad esempio poca ombra, avremmo voluto mettere delle tende, delle vele, in modo che i bambini potessero giocare.

Lo stesso vale per il bar, abbiamo chiesto di mettere una copertura, così che ad esempio chi fa sport la mattina in caso di pioggia possa ugualmente venire a fare colazione, lo stesso vale per il pomeriggio, la possibilità di fare merenda con i bambini o di prendere un caffè o un the tra amici».

E il Comune ha detto che non si poteva fare? «Nei fatti è stato così. Cambiava ogni volta l'interlocutore, noi andavamo, spiegavamo, chiedevamo, poi restavamo inutilmente in attesa, tornavamo ed era cambiato il referente, si iniziava di nuovo da capo, sono passati quattro anni e non siamo riusciti a fare nulla, inutile proseguire questa sofferenza. Guardi per me lo è davvero, non è stato facile decidere di lasciare, ma mi creda era impossibile andare avanti così. Poi magari non sarebbe cambiato nulla con le tende e le coperture, ma almeno ci avrei potuto provare». Tantissimi i messaggi di persone dispiaciute per la chiusura, genitori, frequentatori del parco con i loro cani, sportivi. Del resto il Bar...bapapà era diventato un punto di riferimento, chissà quante volte è comparso nelle chat dei genitori di asili e scuole di Latina questa frase: Noi siamo al Bar...bapapà chi viene?. Ora è venuto a mancare un punto di riferimento, tanto più che il Parco Falcone e Borsellino è impossibile da frequentare essendo nel degrado più assoluto.

In piazza del Popolo stanno predisponendo il nuovo bando per l'affidamento, non è ancora pronto nonostante le Cimini abbiano inviato la raccomandata con la disdetta sei mesi fa. Nel frattempo si potrebbe trovare qualcuno che si occupi dell'apertura dei cancelli, anche perché i tempi delle pubbliche amministrazioni difficilmente sono celeri.

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