Secondo le prime indagini l’atto era stato approvato in malafede e nella piena consapevolezza che, per ottenere il finanziamento, i territori espropriati non dovevano essere implicati in alcun tipo di contenzioso. La delibera incriminata, in sostanza, pur richiamando il decreto di esproprio, non faceva in alcun modo cenno al sequestro. Una contraddizione in termini secondo il sostituto procuratore Giuseppe Miliano dato che i sigilli, apposti dal Nipaf nel 2013, si erano resi necessari in via preventiva proprio a seguito di un procedimento penale volto ad appurare la presunta irregolarità della procedura d’esproprio ai danni della famiglia Del Vecchio.
A poche ore dal provvedimento di archiviazione arriva il commento dell’assessore Stefano D’Arcangelo, sempre più spesso, negli ultimi mesi, megafono delle posizioni dell’amministrazione sperlongana.
«Si è chiusa a favore del Comune - ha commentato - una vicenda giudiziaria penale, inutile e dannosa che ha gravemente rallentato, di fatto, l’azione programmatoria dell’amministrazione comunale per il concreto avvio della riqualificazione turistico-ambientale dell’intero litorale di Bazzano, il cui progetto resta comunque una priorità strategica per la nostra città».
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