Bracciante licenziato e picchiato il datore di lavoro torna ai domiciliari

Bracciante licenziato e picchiato il datore di lavoro torna ai domiciliari
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Mercoledì 17 Febbraio 2021, 09:09

La Polizia di Stato ha eseguito due misure cautelari nei confronti di altrettanti imprenditori agricoli, padre e figlio, titolari di un'Azienda agricola di Terracina. I due, lo scorso mese di maggio 2020, furono arrestati in quanto ritenuti responsabili di estorsione, rapina e lesioni personali aggravate, nell'ambito dello sfruttamento di braccianti agricoli stranieri, all'interno della loro Azienda agricola.
Le indagini presero spunto dall'accesso al pronto soccorso dell'Ospedale di Terracina di un giovane 33enne indiano, con ferite al capo riconducibili a colpi ricevuti con un corpo contundente, fratture e lesioni personali in altre parti del corpo. I poliziotti del locale Commissariato di P.S. accertarono che lo straniero era stato pestato per le insistenti richieste fatte al datore di lavoro di provvedere alla dotazione di mascherine e altri Dispositivi di Protezione Individuali e lasciato privo di sensi in un canale.

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Dopo l'interrogatorio di garanzia, i due imprenditori furono scarcerati. Il gip di Latina, infatti, aveva considerato «genuine e senza contraddizioni» le dichiarazioni rilasciate nell'interrogatorio di garanzie dal 52enne e dal figlio 22enne che avevano respinto ogni accusa, decidendo di revocare le due misure, ovvero gli arresti domiciliari per l'imprenditore e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria . per il figlio, anche alla luce - fu spiegato - della documentazione testimoniale prodotta dal difensore dei due. Le polemiche scoppiarono immediatamente. L'europarlamentare di Terracina Nicola Procaccini chiese le scuse dell'allora ministro del Lavoro Teresa Bellanova per le parole di solidarietà nei confronti del bracciante che aveva denunciato di essere stato licenziato dopo aver chiesto che gli fossero forniti i presidi di sicurezza contro il Covid19 e aggredito quando era tornato in azienda per chiedere la paga dei giorni lavorati fino al momento del licenziamento.
In realtà la polizia oggi spiega che «la prosecuzione dell'attività investigativa, coordinata dal sostituto procuratore della Procura di Latina dottor Claudio De Lazzaro, ha consentito di ottenere dal Tribunale del Riesame di Roma la riproposizione delle misure cautelari per padre e figlio, decisione confermata anche dalla Suprema Corte di Cassazione».
L'imprenditore da ieri si trova nuovamente agli arresti domiciliari, mentre per il figlio è scattato per la seconda volta l'obbligo di firma in Commissariato a Terracina.
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