Il protocollo è stato firmato dai rappresentanti dell'azienda sanitaria e da quello dell'Abi professional, associazione barmen italiani. La Asl ha tra le sue finalità la promozione della cultura del bere responsabile, attraverso iniziative di informazione e formazione «per prevenire gli incidenti stradali, le patologie alcol correlate e favorire corretti stili di vita». L'associazione, dal canto suo «promuove la formazione innovativa dei propri associati anche nel rispetto dell'etica professionale». Un matrimonio di interesse, insomma, assolutamente a fin di bene.
Destinatari del protocollo sono quanti frequentano i locali dove si somministrano alcolici e l'obiettivo del protocollo è quello di incrementare la prevenzione. Detto questo l'azienda sanitaria mette a disposizione le sue professionalità per i corsi, mentre i barmen si impegnano «ad applicare la prevenzione della cultura del bere responsabile, a sperimentare cocktail analcolici o a basso contenuto di alcol» ma anche «altre proposte alternative al drink alcolico o all'alcol mediante l'utilizzo di prodotti tipici dell'agricoltura locale».
Si parte dall'estate 2017 e l'applicazione del protocollo sarà monitorata fino alla vigilia della prossima, quando si tireranno le somme. Si arriva a un passaggio del genere anche sulla base dei dati dei registri di sorveglianza della popolazione. In provincia di Latina, infatti, emerge che il 40% dei quindicenni consuma alcolici almeno una volta a settimana, circa l'11% della popolazione adulta (18-69 anni) ha un consumo di alcol a rischio e in particolare nella fascia tra i 18 e i 34 anni il 16% dichiara di aver guidato sotto l'effetto di alcol negli ultimi trenta giorni.
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