Il trapper Baby Touché indagato per esplosivi e armi. È il rivale di Simba La Rue e Baby Gang: le faide tra Milano e il Veneto

In un video il giovane padovano lancia una bottiglia molotov: a casa sua trovare pistole soft-air e un machete

Il trapper Baby Touché indagato per esplosivi e armi. È il rivale di Simba La Rue e Baby Gang: le faide tra Milano e il Veneto
di Mario Landi
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Mercoledì 27 Marzo 2024, 15:18 - Ultimo aggiornamento: 15:37

La guerra fra trapper veneti e milanesi registra una nuova puntata, questa volta sul versante padovano. Nel mirino ancora il trapper Baby Touchè, la cui abitazione di Monselice è stata perquisita dalla squadra Mobile dopo la pubblicazione di un videoclip in cui brandiva delle armi. In un'altra clip il trapper lanciava innece una bottiglia incendiaria contro una targa che mostrava la sigla della provincia di Padova. Il ragazzo, già al centro di indagini sulle faide fra giovani trapper, in particolare a Milano, è indagato per detenzione abusiva di armi ed esplosivi. Tra le cose sequestrate nella sua abitazione, un machete con una lama di 54 centimetri.

Un'altra tappa delle vicende emerse nell'estate di due anni fa quando numerosi arresti messi a segno dai carabinieri di Milano anche a Como, Lecco e Bergamo consentirono di delineare che cosa motivava una lunga serie di aggressioni.

La differenza tra la finzione (ammesso che sia tale) nei video e la realtà è del resto sempre labile nella vita di questi cantanti ventenni o poco più, spesso immigrati di seconda generazione, che importano nelle città dove abitano gli scenari violenti e disperati delle banlieue francesi. Violenza e uso nemmeno troppo celato di alcol stupefacenti, nel solco delle origini di questo tipo di musica derivata dall'hip-hop oltre 30 anni fa negli Stati Uniti.

Per di più la violenza reale (minacce, pestaggi, gambizzazioni) diventa anche oggetto dei video con cui alcuni dei trapper spopolano sui social. I testi, con frasi a volte ben oltre il codice penale, con alcuni dei trapper non restano tali. 

Un mondo in cui la musica e le rivendicazioni sociali innescate dalle condizioni di vita nelle periferie finiscono spesso per scomparire lasciando posto solo a uno stile di vita da boss di quartiere con ostentazione di contanti, armi e monili d'oro massiccio.

Motivazioni ideologiche, sociali, religiose, se mai ci sono state, scompaiono in questi scontri fra gang che avvengono anche per marcare il territorio magari nei pressi delle stazioni e nei luoghi storici dell'aggregazione giovanile. 

Non risulta inoltre che il contesto familiare in cui i futuri trapper sono cresciuti possa giustificare o motivare in alcun modo questa deriva violenta che spesso riserva inoltre discriminazioni di genere nei confronti delle donne.

Trap violenta e sessista? Come sempre non bisogna generalizzare, ma gli allarmi sono già risuonati più volte, immancabili le denunce di Moige e il Codacons così come le distanze prese da artisti che ugualmente cantano la trap inserendo denunce sociali e senza trascendere nella violenza. 

Fronte veneto

Mohamed Amine Amagour,  in arte  Baby Touchè ha avuto più 'nomination' per vicende di indagini penali piuttosto che in campo musicale. L'ultima è appunto la perquisizione eseguita dalla Questura nella casa di Monselice (Padova) del 20enne trapper padovano di origine marocchine, per via del videoclip in cui appariva con quelle che all'apparenza erano vere pistole, rivelatesi poi armi softair e quindi sequestrate insieme al machete. Nel videoclip postato su Instagram, il giovane indossava una maglia con la scritta Pdgang-Questa è Padova.

Dopo la prima pubblicazione, il video era stato sostituito da una nuova versione che si concludeva con il lancio di una bottiglia incendiaria con la quale veniva data alle fiamme la sigla della provincia padovana. Baby Tpuchè non è nuovo a simili esibizioni, anche di strada: il 26 febbraio scorso il questore di Padova, Marco Odorisio, aveva disposto per il 20enne un foglio di via obbligatorio, vietandogli di fare ritorno in città per 3 anni.

Un provvedimento preso dopo che la polizia aveva accertato che nel giugno 2023, il giovane aveva fatto parte di un gruppo che aveva aggredito due giovani, picchiati anche con un tirapugni. Nel suo passato gli sono stati contestati reati contro la persona, contro la pubblica amministrazione e contro il patrimonio.

Nel 2022 era già stato destinatario di un foglio di via dalla città di Vicenza, per 3 anni, stesso provvedimento emesso anche a Venezia. Il nome del trapper padovano era inoltre tra quelli dei 6 indagati per la rissa a coltellate, nel febbraio del 2022, avvenuta alla stazione di Padova, contro un 25enne di Lecco. Il tutto si inquadrava nella lotta tra bande di trapper rivali, spesso coinvolte in traffico di droga; gran parte delle aggressioni rispondevano anche alla necessità delle fazioni rivali di aumentare con le videoclip degli scontri il numero di followers sui social TikTok e Instagram.

In una di queste compare anche il fratello di Baby Touchè, arrestato nel 2022 assieme ad altri per tentato omicidio di un giovane vittima di una spedizione punitiva nel bergamasco. Nel frattempo il trapper continua la sua attività artistica, come quando poco prima di Sanremo, ha fatto uscire su Youtube e Instagram un video, con la sua ultima canzone.

Il fronte milanese

L'anno scorso i trapper Mohamed Lamine Saida, detto Simba La Rue, e Zaccaria Mouhib, ossia Baby Gang sono stati condannati, tra gli altri, rispettivamente a 6 anni e 4 mesi e a 5 anni e 2 mesi. Come «arcaici cacciatori si facevano ritrarre accanto a prede animali esanimi». È così che il Tribunale di Milano descrive, nelle motivazioni del verdetto, l'atteggiamento e le condotte dei noti trapper e dei giovani della loro crew condannati  nel processo con rito abbreviato con al centro la sparatoria, avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino a corso Como, zona della movida milanese, in cui rimasero feriti due senegalesi, gambizzati a colpi di pistola.

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Le motivazioni della sentenza

Uno del gruppo, Andrea Rusta (condannato a 4 anni e 2 mesi), si legge, si è poi «vantato della violenza sprigionata» quella notte «addirittura documentando orgogliosamente con video e foto la vittima ferita per impressionare la ragazza con cui stava uscendo».

I capi di imputazione

I giudici, che hanno riconosciuto tutte le imputazioni, dalla rapina ai danni dei due, «il fatto più grave», fino alla rissa, alle lesioni gravi e alla detenzione di arma clandestina, mettono in luce nelle motivazioni la «spiccata pericolosità sociale» degli imputati (otto in totale) e la loro «consuetudine alla violenza e alla sopraffazione e umiliazione» degli altri. Simba La Rue, ad esempio, è «animato da una violenza cieca e incontrollata».

Tra l'altro, i giudici criticano anche il basso risarcimento offerto alle vittime, sostenuto, tra l'altro, «dalla società facente capo» a Baby Gang e trattato, dunque, come se fosse una «spesa di rappresentanza da portare a bilancio dell'etichetta musicale» e ciò malgrado i loro «ingaggi professionali elevati».

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