Una sonda costruita in casa arriva nello spazio e scatta le foto sul Salento. L'impresa del 23enne (solo con telecamera e cellulare)

L'esperimento riuscito di Gianluca Belgrado di Casarano (Lecce), appassionato di astronomia e di fotografia spaziale, che ha assemblato polistirolo e smartphone aiutato dal nonno

Sonda costruita in casa arriva nello spazio e scatta le foto sul Salento. L'incredibile idea di un ragazzo di 23 anni
di Enzo Schiavano
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Martedì 18 Luglio 2023, 18:51 - Ultimo aggiornamento: 18:56

Una sonda stratosferica costruita in casa e fatta volare fino al confine con l’atmosfera. C’è riuscito un ragazzo di CasaranoGianluca Belgrado, 23 anni, appassionato di astronomia e di fotografia spaziale. Mercoledì 5 luglio, un quarto d’ora prima delle 11, ha lanciato un pallone gonfiato con l’idrogeno verso il cielo. La sonda, molto artigianale, trasportava una videocamera e un cellulare incastrate dentro una scatola di polistirolo. Durante le due ore di volo il pallone ha raggiunto l’altezza di 26.555 metri e poi è scoppiato, non prima però di aver girato un breve video e scattato più di mille foto. «Volevo fare una foto alla curvatura terrestre», ha commentato Gianluca. A vederle le foto sembrano uguali a quelle che scattarono gli astronauti americani delle missioni Apollo. Oggi la tecnologia aiuta moltissimo grazie agli smartphone e alle app, ma fare una sonda stratosferica in casa, con pochi mezzi, e lanciarla nell’atmosfera è roba da geni. Questo ragazzo, autodidatta, appassionato di astronomia e di fotografia sin da piccolo, è riuscito a costruirne una, a farla decollare e a spingerla fino ai confini dell’atmosfera. Gianluca pensava a questo progetto da circa due anni. «Il mio obiettivo era portare la fotocamera in alta quota, per vedere la curvatura terrestre e il cielo nero. Era anche un test per il recupero del pallone dopo la caduta», spiega Gianluca con l’aria di chi ha fatto una cosa del tutto normale.

 

La sonda costruita in casa

Il ragazzo ha costruito la scatola in polistirolo e ci ha messo una videocamera e un cellulare “Xaomi 4” con installata un’app che fa scattare alla fotocamera in automatico una foto ogni 10 secondi; quindi ha fissato la scatola con dei fili resistenti al pallone in lattice di colore bianco riempito di idrogeno.

Aiutato dal nonno, ha lanciato la sonda verso il cielo (l’ha definita “la prima sonda stratosferica salentina”). Erano le 8:35 di mercoledì 5 luglio 2023. Il pallone, sospinto dai venti, si è diretto verso sud-est ed ha sorvolato Ruffano, Montesano Salentino, Diso, Vignacastrisi e Castro inoltrandosi verso il mare; ma un vento contrario l’ha sospinto verso la terraferma e si è diretto verso Poggiardo e Botrugno; quindi, ha cambiato di nuovo rotta e si è spinto verso est sorvolando Sanarica e Minervino prima di atterrare a Porto Badisco. Pochi secondi prima il pallone aveva raggiunto l’altezza di 26.555 metri ed era scoppiato a causa della forte pressione. Gianluca aveva previsto il recupero in mezzo al mare, ma è stato fortunato perché la sonda è caduta a soli 430 metri dal mare, nei pressi di Torre Minervino. Videocamera e smartphone atterrati integri grazie al paracadute. Il volo è durato un’ora e mezzo e durante questo tragitto la videocamera ha registrato un breve video, mentre lo smartphone ha scattato più di mille foto. I primi scatti sono stati pubblicati sulle pagine facebook e instagram del giovane appassionato; mentre il video è stato pubblicato su youtube.

«Purtroppo la videocamera si è scaricata dopo i 10.000 metri di altezza e ha registrato solo un terzo dei video che poteva fare – spiega Gianluca Belgrado un po’ deluso – in compenso il cellulare ha fatto più di mille scatti. Nelle foto si vede un accenno di curvatura terrestre, il cielo nero in pieno giorno e all'orizzonte anche la Calabria, l'Albania e l'isola di Corfù. Il lancio è stato un'impresa complessa da gestire, a causa della vicinanza col mare. Tra progettazione, test, ricerche e autorizzazioni per lo spazio aereo sono trascorsi più di due anni dall'inizio del progetto. Durante i mesi estivi, i venti sono più calmi, tuttavia c'era comunque una probabilità del 60% di ammaraggio, rendendo il recupero dell'attrezzatura forse impossibile». Alla fine è andato tutto per il meglio e il test è riuscito.

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