Omicidio Giulia Cecchettin, l’isolamento di Filippo Turetta in Germania: «Non chiama i genitori»

Il giovane è nel carcere di Halle: mangia pochissimo e non risponde alle domande. Il portavoce del Tribunale tedesco: «Sarà in Italia nel giro di pochi giorni»

Omicidio Giulia Cecchettin, l’isolamento di Filippo Turetta: «Non chiama i genitori»
di Angela Pederiva, inviata a Halle
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 01:03 - Ultimo aggiornamento: 01:07

HALLE (GERMANIA) Filippo Turetta è in isolamento nel carcere di Halle e si è chiuso nel silenzio. Questa è una modalità di reclusione «consueta» per i detenuti in custodia cautelare in Germania, puntualizza Thomas Puls, viceportavoce dell’Amtsgericht e cioè del Tribunale di primo grado: si tratta della sede giudiziaria in cui, al termine dell’udienza-lampo di domenica, era stato convalidato il fermo preventivo del 22enne. Invece la decisione sul mandato di arresto europeo e sulla consegna all’Italia, per le accuse di omicidio volontario aggravato e sequestro di Giulia Cecchettin, spetterà all’Oberlandesgericht di Naumburg, una sorta di Corte d’appello a cui la locale Procura generale presenterà una richiesta in tal senso: una procedura che dovrebbe concludersi «in alcuni giorni», stima il procuratore capo Klaus Tewes, che tiene i rapporti con la stampa. 


LE INDISCREZIONI
Ce n’è ancora tanta, soprattutto televisioni, in questo lembo del Sachsen-Anhalt, diventato improvvisamente famoso per «la cattura dell’italiano per il delitto dell’ex fidanzata». Il giovane, guardato a vista, «è molto scosso e mangia pochissimo», finora «non ha sentito i genitori e ha appena accennato qualcosa solo con il suo avvocato», ma non risponde «praticamente a nessuna domanda», «è come se fosse un po’ assente» perché «probabilmente si trova in uno stato di choc». 


Queste sono alcune delle indiscrezioni che filtrano dal “Bue rosso”, come viene informalmente chiamato l’edificio di mattoni, tristemente noto dapprima come galera utilizzata dal regime nazista e dagli occupanti sovietici, successivamente come centro di tortura della Stasi fino alla caduta del muro di Berlino.

Tewes sottolinea che «il Tribunale di prima istanza di Halle ha emesso un ordine di detenzione, sulla base del quale l’imputato è stato collocato nel centro di detenzione di Halle», dopodiché la Procura generale di cui è portavoce ha richiesto al Tribunale regionale superiore di Naumburg «il recepimento del mandato di arresto».

Quando avverrà questo? «Nei prossimi giorni presumo e poi tutto si svolgerà normalmente.

Mi aspetto che, se la Corte d’appello deciderà in base alla nostra richiesta, l’imputato sarà estradato in Italia tra pochi giorni». Un’ipotesi su cui scommette già anche il quotidiano Bild, che al caso di Giulia e Filippo sta dedicando resoconti e fotografie a tutta pagina: «Cosa accadrà al giovane italiano sospettato di omicidio si deciderà probabilmente nei prossimi giorni. Si ritiene probabile che la richiesta di estradizione venga approvata».


L’UDIENZA
Al momento non c’è alcuna data in calendario, secondo quanto risulta dallo schermo che nell’androne di Naumburg aggiorna quotidianamente le attività giudiziarie in programma. 
Peraltro non è escluso che, per evitare uno spostamento di tre quarti d’ora dal carcere alla Corte, il giovane di Torreglia possa essere ascoltato direttamente a Halle, come lascia intendere il viceportavoce Puls: «Un cittadino italiano si trova attualmente in una prigione qui ad Halle, in custodia per estradizione. Quali saranno i prossimi passi dipende da se e quali richieste porrà la Procura generale di Naumburg. Per questo non posso ancora dire se, eventualmente, un’ulteriore audizione dell’accusato avrà luogo qui ad Halle o, magari, a Naumburg. Quando? Non conosco i tempi per la consegna all’Italia, dipende da quando arriverà la richiesta e da quando verrà convocata una nuova udienza». Un’attesa che Turetta sta trascorrendo nella solitudine. 


«Non sono l’addetto stampa del carcere – conclude Tuls – ma posso dire che si trova in una cella per le persone da estradare, da solo, come di consueto in questi casi». 
 

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