Tutti assolti in secondo grado a Milano gli ex vertici di Mps, Deutsche Bank, Nomura e i loro ex manager, imputati per le presunte irregolarità, ora cancellate o prescritte, nelle operazioni di finanza strutturata, Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, effettuate da Rocca Salimbeni tra il 2008 e il 2012 per coprire le perdite dovute all'acquisizione di Antonveneta. Ad azzerare la sentenza con cui nel novembre 2019 il Tribunale aveva inflitto pene severe, dai 7 anni e mezzo ai 3 anni 5 mesi di carcere, è stata la seconda Corte d'Appello, presieduta da Angela Scalise, con una sentenza che ha respinto le richieste del pg e che è stata accolta con grande gioia tra le difese. Sentenza che ha scagionato l'ex presidente della banca senese Giuseppe Mussari, l'ex dg Antonio Vigni, l'ex direttore finanziario Daniele Pirondini, l'ex capo dell'area finanza Gianluca Baldassarri, e l'ex manager Marco Di Santo.
E ancora, gli ex dirigenti di Deutsche Bank Ivor Scott Dunbar, Michele Faissola e Michele Foresti, Dario Schirladi, Marco Veroni e Matteo Angelo Vaghi.
«Come avvocato credo molto nella giustizia. Anche oggi è stata fatta» ha commentato Giuseppe Iannaccone, legale di alcuni manager di Deutsche Bank, mentre Francesco Isolabella ha parlato di «giudici coraggiosi» e l'istituto di credito di «validità delle argomentazioni difensive». «È stato riconosciuto - ha dichiarato Guido Alleva, avvocato di Nomura - che il comportamento della banca era stato assolutamente lineare e regolare e che l'operazione conclusa si è svolta nella piena legalità, come abbiamo sempre sostenuto». Intanto oggi Mps ha presentato i conti del trimestre, chiusi con un calo del 92% dell'utile, a 10 milioni di euro, a causa delle maggiori rettifiche su crediti e di un dimezzamento del contributo dal trading, nonostante un ritorno in 'nerò dopo la perdita di 79 milioni dell'ultimo trimestre del 2021.
Il nuovo piano industriale verrà presentato il 23 giugno e dovrà «tener conto dell'evoluzione del mutato scenario economico» che ha costretto Siena ad alzare l'asticella degli accantonamenti a 111 milioni (+50%). Tra le «azioni più urgenti», ha detto l'ad Luigi Lovaglio, c'è la necessità di tagliare i costi e la soluzione del problema dei rischi legali, oggetto di richieste di risarcimento per 1,87 miliardi. «Stiamo andando avanti nella revisione del piano industriale, focalizzandoci su poche e chiare priorità: il sostegno dei nostri clienti, il miglioramento dell'efficienza operativa, il mantenimento di un basso profilo di rischio, la ricostruzione della solidità della banca e della capacità di essere profittevole in modo sostenibile». In Borsa Mps ha chiuso in calo del 5% a 0,72 euro, con gli analisti che attendono maggiori indicazioni dal piano, in particolare sull'ammontare dell'aumento di capitale, al momento fissato in 2,5 miliardi a fronte di una capitalizzazione di 720 milioni.