Renata temeva il patrigno, diceva che aveva paura di lui, era angosciata dall'idea che proprio oggi, quando era in programma un'udienza decisiva per la separazione, avrebbe fatto qualcosa di brutto alla madre, Gabriela. Una donna che negli ultimi tempi viveva quasi come segregata in casa, poteva uscire solo se c'era il marito, Salvatore Montefusco. Il contesto della tragedia, un doppio femminicidio, è tracciato così dai vicini di casa, poche famiglie che vivono in un gruppo di villette nella campagna di Castelfranco Emilia (Modena), via Cassola di Sotto, territorio della frazione di Cavazzona.
Madre e figlia uccise, il movente della crisi
L'allarme è stato dato intorno alle 12.15.
I due erano in crisi da tempo. Gabriela Trandafir aveva 47 anni e, raccontano i vicini, viveva ormai un rapporto al capolinea. Anche la figlia Renata, 22, ne soffriva. «Diceva che lui era una persona cattiva», ha raccontato una vicina. La ragazza era nata da una precedente relazione della madre, di origine romena. Il suo rapporto con il patrigno non era facile, litigavano spesso, tra le altre cose perché lui non le faceva usare la macchina.
La confessione: le ho colpite ripetutamente
Nel corso di un lungo interrogatorio Salvatore Montefusco, 69 anni, ha ammesso di aver sparato ripetutamente prima alla figlia della moglie, Nadia Trandafir, e poi alla moglie, Gabriela uccidendole entrambe. Lo riferisce il procuratore di Modena, Luca Masini, spiegando anche che l'uomo è stato arrestato in quasi flagranza dai carabinieri e sarà portato in carcere, con l'accusa di duplice omicidio pluriaggravato. Ha sparato con un fucile a canna mozza, matricola abrasa. L'uomo è stato interrogato alla presenza dell'avvocato difensore Marco Rossi, che, interpellato dall'ANSA, non ha fatto dichiarazioni.
I vicini: «Avevano paura di lui»
Renata studiava moda all'università, ma intanto cercava lavoro, proprio oggi avrebbe avuto un colloquio. Le piaceva giocare a calcio e nel week-end appena era stata a un torneo con le amiche, in Romagna. In casa con loro viveva anche un altro ragazzo, minorenne, figlio di Gabriela e Salvatore. Non è chiaro se fosse presente o meno al momento degli omicidi. «Sgomento. È quello che provo dopo aver appreso la notizia del duplice omicidio di due donne avvenuto nelle scorse ore nel nostro Comune», ha detto il sindaco di Castelfranco, Giovanni Galgano. «Quanto accaduto è inammissibile, ingiustificabile: esprimo a nome di tutta la città la più ferma condanna», ha detto ancora il primo cittadino «Sconcerto, dolore e rabbia per l'ennesimo, inaccettabile atto di violenza», ha commentato l'assessora regionale alle Pari opportunità Barbara Lori. «Occorre tuttavia andare oltre al dolore e alla rabbia - aggiunge - e passare ad un'azione concreta, ad una sinergia tra le Istituzioni per affrontare questa piaga non degna di un paese civile, promuovendo innanzitutto un cambiamento culturale, quanto mai necessario e urgente». Mentre Montefusco veniva interrogato nella villetta di via Cassola andavano avanti i rilievi del reparto investigazioni scientifiche dell'arma. Una presenza quanto mai estranea in un luogo verde e isolato, dall'esterno un'oasi in mezzo ai campi, oggi teatro dell'ennesima tragedia contro le donne.