Milano, boom di denunce contro i medici, ma molte finiscono nel nulla

Il tribunale di Milano
3 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Ottobre 2018, 20:30
Una valanga di denunce arriva ogni giorno negli uffici giudiziari di Milano, e l'argomento è sempre lo stesso: il comportamento dei medici. Secondo gli stessi pm, però, in molti casi si tratta di accuse «strumentali» che finiranno in nulla. A lanciare l'allarme su questa «patologia» è stata oggi, nel corso di un convegno in Tribunale a Milano, colei che, tra l'altro, ironicamente si è autodefinita «il maggior persecutore di medici degli ultimi anni», ossia il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, a capo del pool "ambiente, salute e lavoro" e che si è occupata, ad esempio, dello scandalo della Santa Rita, la cosiddetta "clinica degli orrori", oltre che più di recente del caso di Dj Fabo, morto col suicidio assistito in una clinica svizzera.

Noi abbiamo avuto fra lesioni e omicidi colposi da colpa medica 300 fascicoli iscritti in un anno nel 2017, in pratica ogni giorno viene intentata una causa penale a carico di un medico», ha rivelato Siciliano, parlando ad un incontro di studi (in memoria del procuratore aggiunto Giulia Perrotti, morta nei mesi scorsi) sul tema 'responsabilità penale e contabile nelle professioni sanitariè, a cui ha preso parte anche il presidente dell'Anac Raffaele Cantone. Numeri che per Siciliano sono il segnale di una «patologia», anche perché, poi, «molte di queste denunce finiscono in archiviazione». L'aggiunto, che «da circa 30 anni» si occupa di colpe mediche, ha sottolineato anche come «noi ci rendiamo conto benissimo che alcune di queste cause sono solo strumentali, per accorciare i tempi dei risarcimenti civili e perché il penale muove le coscienze».

Per il procuratore aggiunto, ad ogni modo, «noi non ci possiamo permettere questo carico insensato» di fascicoli e «anche la classe forense una piccola responsabilità ce l'ha».
Il magistrato ha voluto chiarire poi che, benché nel 2017 sia entrata in vigore la legge Gelli in base alla quale devono essere fissate delle linee guida sulla responsabilità medica, «delle 65 società scientifiche che hanno risposto all'appello per emanarle, nessuna è stata ancora accreditata». Il risultato è che, al momento, «non ci sono le linee guida, che in base alla legge avrebbero dovuto essere il nostro faro, e non ci saranno per tanto tempo e quindi il nostro strumento restano le buone pratiche, un vasto oceano in cui ognuno può dire la propria». Per il capo del pool milanese, invece, «eliminare le situazioni di incertezza» nelle presunte colpe mediche sarebbe «cosa buona, perché noi non ci possiamo permettere questo numero di procedimenti penali». Anche perché per archiviare una denuncia, ha aggiunto il magistrato, «servono le consulenze, bisogna sentire i testimoni e ogni colpa medica diventa quindi un procedimento difficile, una rogna». C'è infine anche, a detta del magistrato, «il rischio di ingiustizia» perché il medico che se lo può permettere è l'unico che «riesce a strapagare» per le consulenze gli esperti migliori. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA