ROMA «Rispetto» e «contegno». Sono questi i «principi basilari» su cui al Settimo Piano di Viale Mazzini, lì dove abita la dirigenza Rai, non si intende derogare, perché il servizio pubblico - è la convinzione dell'ad Roberto Sergio e del dg Giampaolo Rossi - è il volto del Paese e il Paese non è quello rappresentato da chi parla male («Chi parla male pensa male», recita il celebre motto di Nanni Moretti) e fa del sessismo o del razzismo. La Rai è la Rai, ossia un luogo in cui non può essere affidata una trasmissione quotidiana di 5 minuti a chi come Filippo Facci ha volgarmente scritto del caso della presunta violenza sessuale da parte di Lorenzo Apache La Russa (ieri infatti la decisione di non far partire la striscia "I Facci vostri" ma in futuro potrebbe condurre, registrandola prima una trasmissione di musica classica) e non può non punire chi ha dato il peggio ieri commentando i mondiali di tuffi. E dunque, la Rai ha avviato una procedura di contestazione disciplinare nei confronti del giornalista Lorenzo Leonarduzzi e tutti i provvedimenti necessari per il commentatore tecnico Massimiliano Mazzucchi.
Mazzucchi e Leonarduzzi, la Rai ferma i telecronisti accusati di commenti razzisti ai Mondiali tuffi
L'ad Roberto Sergio è stato inflessibile: «Un giornalista del servizio pubblico non può giustificarsi relegando ad una "battuta da bar" quanto andato in onda».
Nel dicembre 2020, durante la cronaca del rally di Monza, pronunciò un gioco di parole sessista a proposito del cognome di un gareggiante: «Donna nanak tutta Tänak», sottolineando di essere stato sfidato a farlo per vincere una scommessa da cento euro. Ebbe 5 giorni di sospensione e l'allontanamento per un anno e mezzo dalle telecronache. Non solo. Nel 2018 Leonarduzzi fece su Fb gli auguri a Hitler nel giorno del suo compleanno.
L'OSTERIA Qui siamo invece al linguaggio da osteria, al turpiloquio nella principale azienda culturale del Paese. In Rai sono molto rigorosi sulla correttezza espressiva. Basti pensare che Claudio Lippi, a cui era stata promessa una trasmissione per il suo ritorno nella tivvù pubblica, è stato depennato perché ha detto: «Basta con i gay in Rai». Ora Leonarduzzi si difende così: «Non c'era nessun intento di body shaming da parte nostra. Quando io dico che l'atleta olandese ha un fisico grosso, non voglio denigrarla. Lo dico perché le cinesi sono basse e esili e questo può influenzare il suo tuffo. Tra l'altro l'atleta Giulia Vittorioso è anche una mia parente, non mi permetterei mai di fare body shaming». La vicenda Leonarduzzi non è comunque riuscita del tutto ad oscurare il caso Facci. Anche perché il giornalista di Libero ieri ci ha messo del suo. Sui social ha risposto di «sì» alla domanda: «Se avessi saputo come sarebbe andata a finire, avresti scritto lo stesso articolo?». Facci ha anche postato su Twitter una eloquente foto al mare, intento a prendere il sole, in barba alla bufera mediatica che lo ha investito. Una parte della destra cercherà di dargli una mano in futuro, ma ci vorrà un po' di tempo.