Guerriglia contro Tav: 5 arresti, 200 feriti
Napolitano: è eversione, massima fermezza

Gli incidenti in Val Di Susa (foto Di Marco - Ansa)
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Domenica 3 Luglio 2011, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 00:28

ROMA - Violenti scontri in Val di Susa durante la protesta contro la Tav di migliaia di persone che hanno dato vita a tre cortei da Exilles, Giaglione e Chiomonte. Decine i feriti sia tra le forze dell'ordine che tra i manifestanti durante gli incidenti, iniziati dopo le 12 e finiti nel tardo pomeriggio. Il totale supera i duecento, 188 dei quali tra le forze dell'ordine. Tra loro ci sono un Primo Dirigente, 5 funzionari, 130 operatori dei Reparti Mobili; 37 carabinieri; 15 finanzieri. Tra i manifestanti sono feriti i 5 arrestati, mentre altri 15 manifestanti si sono fatti medicare nel centro allestito dai No Tav. Alle manifestazioni hanno preso parte secondo gli organizzatori 50mila persone, mentre la Questura di Torino parla di seimila manifestanti: 3.000 del movimento No Tav aderenti al corteo istituzionale partito da Exilles e terminato a Chiomonte. Gli altri 3.000 manifestanti sono coloro che sono giunti al sito della Maddalena, in parti uguali, da Giaglione e Ramat.

In serata il presidente Napolitano ha condannato duramente le violenze. «Quel che è accaduto in Val di Susa, per responsabilità di gruppi addestrati a pratiche di violenza eversiva, sollecita tutte le istituzioni e le componenti politiche democratiche a ribadire la più netta condanna, e le forze dello Stato a vigilare e intervenire ancora con la massima fermezza - dice il Quirinale - Non si può tollerare che a legittime manifestazioni di dissenso cui partecipino pacificamente cittadini e famiglie si sovrappongano, provenienti dal di fuori, squadre militarizzate per condurre inaudite azioni aggressive contro i reparti di polizia chiamati a far rispettare la legge. Esprimo plauso e solidarietà alle forze dell'ordine che hanno subito un pesante numero di feriti, e confido che si accresca in Val di Susa, con chiari comportamenti da parte di tutti, l'impegno a isolare sempre di più i professionisti della violenza».

A migliaia si sono mossi nella tarda mattinata da Exilles nel corteo aperto dai 23 sindaci dei comuni della Valle di Susa. Dietro i politici locali famiglie con molti bambini. Molti gli stranieri presenti: ci sono certamente francesi e spagnoli. Delegazioni sono arrivate da tutta Italia: una delle più folte è quella romana. Molte le presenze anche dalla Campania, dal Veneto, dalla Liguria e dalla Lombardia.

I cortei si sono uniti per dirigersi verso la centrale idroelettrica ai confini della “libera repubblica della Maddalena”, il presidio no Tav smantellato tra gli incidenti per far aprire il cantiere per lo scavo del tunnel della Torino-Lione. Per i movimenti che hanno promosso la manifestazione, alla marcia partecipano oltre 50 mila persone. Il serpentone umano si snoda lungo chilometri e chilometri delle strade che portano alla Maddalena e alle altre frazioni di montagna di Chiomonte.

Lacrimogeni sono stati sparati dalla polizia che presidiava l'area del cantiere della Maddalena di Chiomonte. L'azione è scattata quando i primi manifestanti si sono avvicinati alla recinzione. L'area del cantiere corre sotto il viadotto dell'autostrada del Frejus ed è delimitata da una rete metallica sovrastata da filo spinato.

I manifestanti hanno sfondato la recinzione del cantiere all'altezza dell'area archeologica. Il lancio di fuochi di artificio ha salutato lo sfondamento. Una sorta di segnale convenzionale che i manifestanti hanno accolto con un applauso.

Il cantiere era di fatto assediato dai dimostranti da più lati. Le forze dell'ordine hanno messo in sicurezza gli operai, disponendo l'interruzione dei lavori per evitare il peggioramento della situazione. L'unico operaio che ha riportato ferite per il lancio di una pietra è stato medicato e sta bene.

Le forze dell'ordine hanno usato lacrimogeni e idranti per allontanare i manifestanti che tentavano di scardinare la recinzione. I No Tav non sono riusciti inizialmente a sfondare la recinzione vera e propria del cantiere, bensì a danneggiare in modo grave quella dell'area archeologica limitrofa. Alcuni manifestanti, passando attraverso i sentieri, sono riusciti poi a entrare nell'area transennata, sventolando bandiere No Tav. Contemporaneamente altri manifestanti hanno aperto una breccia nella prima delle due recinzioni davanti alla centrale. Pochi metri più in là un'altra recinzione dietro la quale si trovava un cordone di forze dell'ordine.

La Questura: in campo i black bloc. Gli agenti vengono presi di mira non solo con pietre, petardi, bombe carta, ma anche con bottiglie piene di ammoniaca, e la Questura ha parlato «di impostazione paramilitare da parte dell'ala oltranzista del movimento No Tav, con l'intervento di gruppi di black bloc che stanno dando sfogo alla più inaudita violenza focalizzata contro gli agenti».

La polizia ha messo in fuga i manifestanti con un fitto lancio di lacrimogeni.

I partecipanti alla manifestazione si sono allontanati dall'area transennata per poi riavvicinarsi ed è stato effettuato un secondo lancio di lacrimogeni. Cinque persone sono state arrestate.

I cinque arrestati sono tutti feriti e sono stati curati da personale medico della polizia e del 118. Uno di loro, con sospetta frattura del naso, contusioni al torace e al capo, è stato trasportato in elicottero in ospedale. Tre degli arrestati vengono da Modena, uno da Padova e uno da Bologna: secondo la Questura si tratta di anarco-insurrezionalisti, pluripregiudicati per reati specifici. Sempre secondo la Questura in località La Maddalena c'erano «circa 2000 aderenti a centri sociali, circa 800 dei quali appartengono all'antagonismo radicale e resistente, che rappresenta l'ala più dura di questo coagulo a livello europeo di professionisti della protesta, mentre circa 300 provengono dall'estero (Francia, Spagna, Austria e Germania)».

Tra i feriti della Polizia il Primo Dirigente, responsabile del dispositivo di ordine pubblico, che avvicinatosi agli antagonisti per un tentativo di mediazione, è stato volutamente colpito con una grossa pietra al ginocchio». Il dirigente è stato soccorso e trasportato presso un ospedale di Torino. Un poliziotto è stato colpito da una bomba carta che gli è esplosa tra le gambe, mentre un carabiniere ha riportato «una vistosa ferita ad una mano, causata, probabilmente, dallo scoppio di un ordigno artigianale dello stesso tipo». Tre agenti sono stati trasportati in elisoccorso a Torino. Sono in condizioni serie, ma non in pericolo di vita.

Sono almeno una quindicina i feriti e i contusi fra i No Tav che si sono fatti medicare al centro di primo soccorso allestito alla baita. Su tutta la zona gravava il fumo azzurrognolo dei lacrimogeni che l'aria stagnante di un pomeriggio molto caldo fatica a disperdere.

Intorno alle 17 continuava senza sosta la guerriglia davanti alla centrale idroelettrica di Chiomonte. I manifestanti scagliavano pietre, bastoni e grossi petardi, le forze dell'ordine li allontanavano con i lacrimogeni. A distanza dalla zona calda migliaia le persone assiepate lungo le strade che portano all'area di cantiere. Difficoltà anche per il transito delle ambulanze.

Gli atti di violenza da parte degli antagonisti sono continuati a lungo, ha affermato la Questura in una nota: «Hanno appiccato il fuoco a masserizie varie dietro la galleria Ramat, prontamente domato da personale dei Vigili del fuoco, impiegati come presidio anti-incendio». Un altro incendio di vaste proporzioni «è stato provocato sotto il viadotto Clarea, quasi a ridosso dell'area cantiere, faticosamente domato, grazie anche all'intervento dei mezzi aerei anti incendio del Corpo Forestale dello Stato». Allo sbarramento effettuato dalla polizia alla centrale elettrica, su strada dell'Avanà, «un fitto lancio di sassi ed oggetti vari da parte di manifestanti violenti all'indirizzo delle Forze dell'Ordine».

Migliaia di persone sono fuggite dalla zona della centrale dove, dopo ripetuti lanci di lacrimogeni, le forze dell'ordine sono poi uscite dal cantiere per allontanare i manifestanti. Con fazzoletti sulla bocca e limoni contro l'irritazione provocata dai lacrimogeni, i manifestanti sono tornati verso l'abitato di Chiomonte. Molte le proteste dei No Tav: «Stanno usando - hanno detto - un tipo di lacrimogeni altamente tossici che in altre Paesi sono proibiti».

La calma è tornata poco prima delle 18. Una delegazione di manifestanti, a braccia alzate, ha incontrato dirigenti e funzionari di polizia sul ponte della valle Clarea. All'incontro ha partecipato anche il consigliere regionale dei grillini Davide Bono. Le forze dell'ordine hanno invitato i manifestanti a desistere dalla violenza, ricordando i 100 feriti di polizia, carabinieri e Gdf. I manifestanti si sono lamentati per l'uso di lacrimogeni.

«Volevamo assediare il cantiere e l'abbiamo assediato. Quindi abbiamo vinto - ha detto Alberto Perino, leader No Tav - Abbiamo visto chi usa la violenza, è chi tira i lacrimogeni ad altezza d'uomo».

Il primo raduno era fissato sotto il forte di Exilles, in Valle di Susa. «La Tav non si farà mai - aveva detto Perino - perchè non ci sono i soldi, perchè non hanno le idee chiare e perchè ci siamo noi. L'unica cosa che riescono a fare è aprire cantieri per mangiare i soldi pubblici». «Questa manifestazione - commenta Sandro Plano, presidente della Comunità montana - è il segnale che non esiste tutto questo consenso sbandierato, nella Valle di Susa ci sono migliaia e migliaia di persone contrarie e ci sono i sindaci di 23 Comuni che hanno deliberato la loro contrarietà all'opera».

Il governo va avanti nei lavori della Tav per la Torino-Lione e siamo grati alle forze dell'ordine, dice Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture. «Anche oggi - sottolinea Matteoli - va ribadito che la Torino-Lione è un'opera che genera sviluppo, crescita e occupazione e che pertanto è prioritaria. Non sarà un ristretto gruppo di violenti e delinquenti giunto nell'area del cantiere della Maddalena da tutta Italia e dall'estero a far cambiare idea al governo che intende realizzare la Tav nel rispetto degli accordi e degli impegni internazionali. Siamo grati alle Forze dell'ordine ancora una volta impegnate duramente nel respingere un assalto indegno della civiltà del Paese. Ho telefonato al collega Maroni per ringraziarlo e per sottolineare l'equilibrio e la professionalità con cui gli agenti stanno operando in un contesto difficile. Auspico che anche le forze politiche di opposizione più responsabili che ambiscono legittimamente a governare l'Italia facciano sentire forte la loro voce contro quanto sta accadendo in Val di Susa».

Bersani: fatti allarmanti e inaccettabili. «I fatti che avvengono in queste ore in Val di Susa con le forze dell'ordine attaccate violentemente mentre difendono il cantiere, sono allarmanti e assolutamente inaccettabili - dice il segretario del Pd - Qui non si tratta più di come si fa una ferrovia. Qui si tratta di come funziona una democrazia. Isolare, condannare la violenza e ripudiarne ogni presunta giustificazione è un dovere elementare di tutte le forze politiche e delle persone civili. Su questo concetto non è per noi tollerabile nessun equivoco».

L'Idv: «Adesso basta scontri. Le opere strategiche per l'Italia si devono realizzare, con il consenso delle comunità locali e senza inutili prove di forza. Ora che i cantieri sono aperti, ci si sieda attorno ad un tavolo per trovare un accordo, per garantire il minor impatto ambientale possibile per la Val di Susa nonchè per individuare tutti i possibili interventi a favore dei residenti», dice il capogruppo alla Camera Massimo Donadi.

«Ciò che è successo a Chiomonte è truccato e maledetto dai media di regime. C'erano dei facinorosi, ma anche migliaia di persone che hanno manifestato in modo pacifico - dice Gianni Vattimo, parlamentare europeo, che ha partecipato al presidio di Chiomonte - I Black Bloc sono un'invenzione della polizia. C'erano solo giovani arrabbiati che sono stati provocati dal lancio di lacrimogeni. Domani andrò a Strasburgo e metterò in guardia l'Europa dal farsi truffare dai banditi. Sono in coda da tre ore sulla strada che da Fenestrelle va a Torino. Quante domeniche d'estate la Regione e le mafie del tunnel pensano che siamo disposti a sopportare? S'interrompa la farsa».

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