Incidente treno Brandizzo, chi è Enza Repaci, la 25enne ha detto «no» tre volte al tecnico Massa: «Non potete farlo»

La giovane dirigente di movimento avrebbe avvisato per tre volte Antonio Massa dell'impossibilità di operare sulla linea ferroviaria «prima di mezzanotte»

Incidente treno Brandizzo, chi è Enza Repaci: la 25enne ha detto "no" tre volte al tecnico Massa: «Non potete farlo»
di Marta Giusti
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Martedì 5 Settembre 2023, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 19:44

Una strage sul lavoro, un incidente che poteva essere evitato. Avevano dai 22 ai 49 anni i cinque operai rimasti uccisi dal treno che li ha investiti la scorsa notte mentre viaggiava a 160km orari attraverso la stazione di Brandizzo, nel torinese. I cinque uomini lavoravano per la ditta Sigifer, di Borgo Vercelli, e stavano compiendo lavori di manutenzione ai binari.

Secondo Ferrovie dello Stato, gli operai non sarebbero dovuti essere lì al momento dell’incidente e i lavori sarebbero dovuti cominciare solo dopo il passaggio del convoglio, ma dalle prime informazioni sembra che né gli operai sapessero del passaggio del treno, né i macchinisti della presenza degli operai sui binari.

Un ruolo chiave nella vicenda lo ha avuto Vincenza Repaci, detta Enza. La giovane dirigente di movimento, originaria della Val Susa, è stata ascoltata in Procura: avrebbe per tre volte avvisato Antonio Massa dell'impossibilità di operare sulla linea ferroviaria «prima di mezzanotte».

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Chi è Vincenza Repaci

La 25enne Enza Repaci era in servizio come dirigente di movimento da un paio d’anni, dopo aver svolto un corso di formazione ad Alessandria. Originaria della Val di Susa, era andata qualche giorno in ferie, dopo lo choc della notte del disastro di Brandizzo, e ieri, lunedì, è tornata, per la convocazione della Procura. 

Un’audizione, la sua, iniziata poco dopo le 10, e finita a sera, davanti ai pubblici ministeri Giulia Nicodemi e Valentina Bossi, che coordinano le indagini della Polfer. La sua versione era anche nel server di Rfi, che registrò le telefonate della notte della tragedia. Ce ne sono un paio in cui la donna fu abbastanza chiara, con Antonio Massa,  l'addetto di Rfi al cantiere (lo «scorta ditta» ndr.) indagato insieme al caposquadra della Sigifer: «Deve passare un treno in ritardo»; «non potete farlo (i lavori, ndr) prima di mezzanotte»; e «aspetta che chiedo».

Non solo, la donna avrebbe spiegato a Massa che c’erano due fasce orarie per lavorare: dopo la mezzanotte e dopo l’una e mezza, quando era previsto il passaggio di un secondo convoglio.  .  

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Il terzo «colloquio» a telefono

L’incidente si sarebbe verificato mentre era in corso la terza telefonata: la dirigente stava ripetendo ancora una volta che bisognava aspettare. «Ho sentito un colpo, come di una bomba. Poi è caduta la linea» avrebbe detto ai magistrati.  Poco dopo, la dirigente ha richiamato lo stesso Massa, che, sotto choc, le ha risposto: «Sono tutti morti». 

La difesa dei genitori

Per la Procura gli alert lanciati dalla giovane sarebbero rimasti inascoltati. Nel corso dell’audizione, la dirigente ha cercato di ricostruire ogni dettaglio di quella notte, ma ha anche spiegato punto per punto tutti i passaggi procedurali che vengono seguiti quando si aprono cantieri sui binari.

Ad attenderla fuori per tutto il tempo c’erano i genitori. Un’attesa estenuante. «Mia figlia non c’entra nulla con quello che è successo, lei ha fatto il suo lavoro. Noi non c’eravamo quando è avvenuto l’incidente. Ero preoccupata per la sua reazione, continuavo a chiedere a sua sorella come stesse, mi rispondeva che era tranquilla», sottolinea la madre.  Vincenza ha lasciato la Procura di Ivrea intorno alle 19.30. 

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