Domenico Livrieri, il killer di Marta Di Nardo, ha tentato la fuga. «Dormiva da lei per non sentire l'odore del cadavere»

L'avrebbe uccisa per impossessarsi del suo bancomat

Domenico Livrieri, il killer di Marta Di Nardo: «Dormiva da lei per non sentire l'odore del cadavere». Poi il tentativo di fuga
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Sabato 21 Ottobre 2023, 12:46 - Ultimo aggiornamento: 15:41

Ha dormito per giorni nell'appartamento della donna che aveva ucciso. E poi ha tentato di fuggire, il giorno prima della denuncia di scomparsa di Marta Di Nardo. Domenico Livrieri, il vicino di casa 46enne, ora è accusato dell'omicidio della donna. L'avrebbe uccisa per impossessarsi del suo bancomat, ha raccontato ai carabinieri che la notte scorsa lo hanno fermato dopo il ritrovamento del corpo della sessantenne nell'appartamento dell'uomo.

«Stava in casa di lei per l'odore del cadavere»

Dopo l'omicidio, Domenico Livrieri, che aveva nascosto il cadavere nel proprio appartamento e che è stato fermato ieri sera dai carabinieri di Milano, avrebbe continuato a frequentare la casa della donna, a cenare e a dormire nell'appartamento della vittima. L'uomo - che è in carico allo stesso Centro psico-sociale dove era in cura la vittima, che soffriva di disturbi psicologici e di ludopatia - si trova ora nel carcere milanese di San Vittore in attesa dell'interrogatorio di convalida. Ha diversi precedenti fra cui rapina, furto, sequestro di persona e violenza sessuale. L'omicidio dovrebbe essere avvenuto il 4 ottobre, quando il cellulare di lei ha smesso di dare segnali. Successivamente, il 17 ottobre, quando i vigili del fuoco sono entrati nell'appartamento dopo la denuncia di scomparsa, hanno trovato un certificato medico del 46enne e tracce di cibo consumato di recente (e quindi dopo l'omicidio).

L'aggressione, secondo i carabinieri del Nucleo investigativo, che stanno compiendo accertamenti anche su possibili prelevamenti dai conti bancari e dal libretto della pensione di lei, sarebbe quindi maturata in un contesto di forte disagio personale e sociale. Dopo i rilievi nei due appartamenti (che si trovano in due scale diverse dello stesso condominio) l'ipotesi è che il delitto sia avvenuto nell'abitazione dell'uomo e che sempre lì sia stato fatto a pezzi il corpo. Le accuse sono di omicidio volontario e occultamento e vilipendio di cadavere.

Il tentativo di fuga

Quando i carabinieri hanno cercato di contattarlo, al telefono ha risposto un tassista che ha spiegato di essere in possesso del cellulare dell'uomo in quanto gli era stato consegnato dallo stesso Livrieri la sera prima poiché non aveva soldi per pagare la corsa dopo essersi fatto portare all'aeroporto di Malpensa. Sentito dai carabinieri subito dopo come persona informata sui fatti, il 46enne ha detto di essere andato all'aeroporto «per fare un giro» e perché non stava bene.

 

Secondo il pm Leonardo Lesti che ha disposto il fermo dell'uomo, però, il viaggio verso Malpensa è una delle ragioni per le quali sussiste il pericolo di fuga. Il fermato infatti vi sarebbe andato «verosimilmente nel tentativo di allontanarsi dal territorio nazionale, non riuscito probabilmente per la mancanza di idonee fonti economiche».

La confessione

«Non volevo, sono dispiaciuto». Così ha detto, in sostanza, Domenico Livrieri. Il cadavere della donna è stato trovato ieri nell'abitazione dell'uomo in via Pietro Da Cortona, tagliato in due e nascosto su un soppalco. Livrieri ha ammesso di averla uccisa colpendola con un fendente al collo e di avere fatto a pezzi il corpo con un coltello da cucina per poi avvolgerlo in una coperta e nasconderlo nel proprio appartamento. Ha affermato anche di avere fatto tutto da solo.

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