Non accennano a placarsi le polemiche sul raduno degli alpini a Rimini. Così, se da una parte escono fuori altre testimonianze di ragazze che sono state palpeggiate o importunate dalle penne nere, dal Veneto arrivano anche le frasi choc dell’assessora al lavoro e alle pari opportunità del Veneto, Elena Donazzan, esponente di Fratelli d’Italia: «Chi getta fango sugli alpini dovrebbe vergognarsi. Ci sono state denunce? Vediamo chi si è macchiato di questo, sono quasi certa che non si tratta degli Alpini. E poi, perdonatemi, se uno mi fa un sorriso e mi fischia dietro io sono pure contenta».
Di tutto altro tenore i racconti che arrivano da chi era a Rimini. Secondo l’associazione “Non una di meno” «sono già oltre 500 le segnalazioni arrivate, 160 i racconti». Uno di questi è quello che arriva da Perugia.
«Stavo chiacchierando in un gruppo.
LA DENUNCIA
Ma il suo racconto lo ha affidato alla polizia attraverso l’app YouPol, a cui magari seguirà una denuncia direttamente alla questura di Rimini. «C’era tanta gente – dice – che voleva solo divertirsi, in un clima di festa. Ma quando passavi, “gli altri” te ne dicevano di tutti i colori». Sulla molestia subita Ilaria ribadisce il suo riserbo: «Questa persona ha violato il mio spazio personale. E non si doveva permettere. Io sono abituata a girare il mondo e sono pronta a difendermi da sola. Ne ho gli strumenti. Gli ho detto di non provare mai più a toccarmi, di considerare un muro tra me e lui. Nel gruppo è sceso il gelo. Gli altri non hanno detto nulla, non gliene ho dato il tempo. L’ho stoppato io».
«E sa cosa mi sconvolge? Io non credo – continua – lui abbia capito che fosse sbagliato, che io mi sia sentita violata. Ma ho anche sentito di potermi difendere e questo mi ha fatto pensare: se non fosse successo a me, ma a una ragazzina di vent’anni, lei avrebbe certamente subito conseguenze emotive e psicologiche. Ed è per questo che ho segnalato il fatto alla polizia. Perché devono capire». Ilaria a questo punto diventa un fiume in piena: ha lasciato mantecare il suo disagio, ma adesso è pronta a dargli un volto. «Quest’uomo magari lunedì torna al lavoro – riflette -. Magari è una persona normale. Ma nel branco si è trasformato. Ed ecco allora che è questo il problema sociale e culturale da affrontare. Negli eventi di massa spesso la donna viene considerata un anello debole. Io invece, come tutte, devo sentirmi libera. Senza paure». «Non denuncerò – chiude Ilaria - per cercare notorietà e figuriamoci soldi, ma perché quella giornata diventi l’occasione per imparare qualcosa». Tutti.