Riondino vagabondo: «Siamo in un eterno viaggio dentro noi stessi»

David Riondino
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Venerdì 31 Agosto 2012, 16:17 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 09:56
ROMA - Italiani, popolo di santi, navigatori e artisti alle prese con l'Italia unita e un costante viaggio dentro noi stessi. Parola di David Riondino, cantautore, attore e regista, il 7 settembre a a Festivaletteratura di Mantova
per presentare «Il Trombettiere» (Magazzini Salani) e parlare dell'arte del vagabondaggio come chiave culturale. «Ogni viaggio – fisico e musicale - comporta il rischio di un naufragio, ma d’altronde senza viaggio non ci sarebbe conoscenza, realizzazione di sé.



La vicenda di Giovanni Martini, il trombettiere autodidatta che fu al seguito di Garibaldi e Custer, che ha vissuto cambiando sempre dimora senza appartenere ad altro territorio che a quello della musica, incarna perfettamente l’idea del viaggio come ricerca del proprio ruolo nel mondo», dice lo scrittore. «Il vagabondaggio forzato dei nostri migranti e viaggiatori tra fine ‘800 e inizio ‘900, ha creato le condizioni della felicità artistica e musicale che ha reso famosa l’Italia in tutto il mondo. Infatti il nostro sguardo sul mondo e sui sentimenti deriva anche dalla tragedia dell’emigrazione che ci ritorna come ricchezza nella musica e nella sensibilità contemporanea, arricchita continuamente dall’incontro con culture diverse».


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