Rai, Garante: sciopero illegittimo. Cgil e Uil tirano dritto, Cisl si smarca

Rai, Garante: sciopero illegittimo. Cgil e Uil tirano dritto, Cisl si smarca
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Martedì 3 Giugno 2014, 13:29 - Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 08:53
Lo sciopero si far. Cgil e Uil lo mettono nero su bianco in una lettera all'Autorit di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali. Cisl si smarca. Oggi l'authority aveva «valutato come non conforme alla legge la proclamazione dello stop dei lavoratori della Rai per il prossimo 11 giugno».



I motivi «La proclamazione - è scritto nella nota - non rispetta la regola, ben nota alle organizzazioni sindacali, dell'intervallo di dieci giorni tra due scioperi che insistono sullo stesso settore, considerata, infatti, l'azione di sciopero del sindacato Usb prevista per il prossimo 19 giugno e precedentemente comunicata». L'Autorità «ha invitato, pertanto, i sindacati proclamanti ad adeguarsi a quanto stabilito, anche al fine di non essere oggetto di provvedimenti sanzionatori».



Cgil e Uil tengono il punto I sindacati (eccetto la Cisl) vanno avanti comunque e confermano lo stop
per l'intera durata di ciascun turno di lavoro, su tutto il territorio nazionale. A sostegno della conferma, i sindacati indicano infatti che «non risulta alle predette organizzazioni che la sigla Usb abbia una consistenza rappresentativa tale da integrare, nella successione degli scioperi dei giorni 11 e 19 giugno, la violazione di cui all'art.2, comma 2 della l.n.146/1990».



La Cisl si smarca A far sapere che la Cisl non ha sottoscritto la lettera al Garante è stato il segretario della Fistel Cisl, Vito Vitale, spiegando di «voler aprire il dialogo sul futuro dell'azienda». «La decisione del Garante è l'occasione per riflettere sull'opportunità di bloccare la Rai con uno sciopero - aveva detto nel pomeriggio
il segretario Cisl, Raffaele Bonanni -. Non dobbiamo trasformare questa vertenza in un inutile braccio di ferro dal sapore politico con il governo. In questo momento non lo capirebbero soprattutto i cittadini che pagano il canone».



Camusso: dl danneggia l'azienda «Questo dl mette a rischio la Rai nella dimensione di servizio pubblico e come grande impresa del paese. La vendita di Raiway determina la perdita delle condizioni di sicurezza e capacità competitiva», ha detto intanto Susanna Camusso. «La vendita di Raiway - ha proseguito Camusso - determina incassi di breve periodo, ma costi di lunga durata. Il problema generale di rendere le reti di trasmissione private mette a rischio il sistema paese». «Se si vogliono ridurre i trasferimenti alla Rai, allora si abbassa il canone. Una grande azienda deve avere le risorse per andare avanti, il tema non è sottrarsi ai sacrifici necessari». «Il terzo tema è quello delle sedi regionali - ha proseguito Camusso - si parla di razionalizzazione del servizio ma il vero problema è difendere un patrimonio importante della tv pubblica».



Angeletti (Uil) «Il governo chiede una tangente alla Rai con il taglio dei 150 milioni, è un pizzo chiesto all'azienda», attacca il segretario Uil, Luigi Angeletti, aggiungendo di credere che il taglio del governo «sia abbastanza illegale». «Noi non possiamo che comportarci in modo razionale. Vogliamo vedere il progetto industriale della nuova compagine. Quando saremo in grado di capire se l'azienda ha un futuro e quali conseguenze può avere sull'occupazione ovviamente daremo il nostro parere». «Il premier - prosegue - che è bravissimo a fare le caricature, si comporta come un pessimo amministratore delegato dell'azienda pubblica Rai. Ha fatto bene a dire che è dei cittadini, lui dovrebbe per questo amministrarla ma è il peggiore amministratore. Questa volta ha preso una cantonata. Renzi avrebbe dovuto affrontare i problemi della Rai come un vero capo del governo. Deve metterci la faccia e dire come si cambia la governance e fare un piano di rilancio e di sviluppo dell'azienda».
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