L'ira dello sceriffo Gentilini sull'Italia:
«Cani, andate a spalar ghiaia»

La disperazione di Gentilini
di Andrea Zambenedetti
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Venerdì 25 Giugno 2010, 17:16 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 12:36
TREVISO (25 giugno) - Italia-Slovacchia con il pi sanguigno dei tifosi "padani". L’occasione di quelle importanti e neppure la scelta dei compagni di viaggio pu essere frutto del caso. Alla destra del padrone di casa, il prosindaco Giancarlo Gentilini, siede l’assessore Giuseppe Basso. Nella formazione di ascolto in sala giunta, appositamente allestita con tanto di trombetta da stadio in municipio a Treviso, prende posto anche Renato Bellina, già libero del calcio Treviso, e ora tecnico (nel senso di dipendente, non di allenatore) comunale. Gentilini è il più pacato. Ma solo nei primi dieci secondi.



Fratelli d’Italia è l’ultima occasione per distrarsi dalla tv 21 pollici posta nell’angolo. Gentilini riceve una telefonata: “Sveglia sveglia” strilla all’anonimo interlocutore e mette giù. E’ il tempo delle confidenze. “Ho detto che voglio vedere il sangue sui pantaloncini di questi qua». La risata è vulcanica. Ma il pomeriggio è tutto in salita. Nei primi minuti di gioco c’è il tempo per capire come saranno i 90 successivi. Gentilini è composto, le braccia conserte, qualche suggerimento alla nazionale “El gà fatto el tiro roverso, no te vede che el baeon xe par tera”. Tutte le sue esclamazioni di qui in poi saranno in dialetto.



Arriva il primo gol. L’Italia è costretta a rincorrere. “gol, orca miseria, sono tutti ubriachi. E prendono 5 milioni di euro. Che vadano a lavorare. Osti”. Le imprecazioni sono contenute. E dirette solo agli uomini del tecnico Lippi. Il tifo è politically correct: ma cambierà con il passare dei minuti. Allo scadere del primo tempo le braccia al cielo. Lo sguardo fisso sul monitor e l’auspicio: “na frassada al sarveo (lavata di capo, ndr) durante l’intervallo”.



Il gol del 2-0 è un colpo al cuore per Gentilini: “ah è la fine, è finita. Licenziarli tutti”. Poi si adagia nuovamente sulla poltroncina e confida all’assessore Basso, forse abbiamo ancora qualche speranza.

È Di Natale a regalare l’occasione al prosindaco di suonare la trombetta. Scatto felino, Genty guadagna la finestra e pigia a tutta forza. Poi, nuovamente seduto a sperare, c’è un’altra rete da recuperare.



Speranza vana. La Slovacchia mette in rete il terzo gol, Gentilini non si tiene e insulta gli azzurri: “cani, maledetti, cani”. I compagni di tivù tentano di redimerlo. Non c’è verso. Rincara la dose “Che vadano sul Piave con Remo Mosole (noto cavatore trevigiano, ndr), a spalare ghiaia da mattina a sera, altro che 5milioni di euro”.



Ancora l’Italia in rete con il 3 a 2. Gentilini prende ancora coraggio e ricomincia a sperare. Manca poco al fischio finale. L’ultima occasione per usare la trombetta comprata per l’evento. Scatto felino. Finestra. Pulsante. Nuova corsa verso la sedia e il monitor. Count down. Tempo scaduto. Si torna a casa: “Ecco, andate a casa. E ti, Lippi va in America che xe meio”.