Una foto per aiutare tre ragazzi rapiti

di Marco Pasqua
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Lunedì 23 Giugno 2014, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 00:15
#BringBackOurBoys

preoccupato per loro

e per il nostro silenzio


@TomMiGiuntella

Eyal, Gilad e Naftali sono tre ragazzi di 19 anni (il primo) e di 16 anni (gli altri due). Tre giovani israeliani che, fino a giovedì scorso, conducevano una vita normale, prima di essere rapiti a Hebron, in Cisgiordania, dai terroristi di Hamas. Stavano facendo l'autostop per tornare a casa da un seminario ebraico. La notizia del loro rapimento, in poche ore, grazie ai social network, ha fatto il giro del mondo. Su Twitter si è viralizzato l'hashtag “Bring back our boys”, che è stato subito sposato da quanti stanno tentando di sensibilizzare l'opinione pubblica su questo dramma.



La comunità ebraica romana si è mossa subito, è nato un sito dedicato ai tre giovanissimi (www.bringbackourboys.it), sono state stampate magliette con il loro volto e, ieri, affissi striscioni sui ponti. Inoltre, stasera alle 20.30 al Ghetto, in via del Portico d'Ottavia, ci sarà una manifestazione pacifica di giovani e meno giovani, che, in collegamento video con Israele, esprimeranno la loro solidarietà ai familiari dei rapiti.



E' un moto spontaneo, quello degli ebrei romani, che, però, dovrebbe vedere protagonista tutta la città. Proprio come avvenne con Gilad Shalit, il militare israeliano rapito, all'età di 20 anni, da un commando palestinese, che lo ha tenuto prigioniero per 5 lunghissimi anni. Nel 2009, l'allora sindaco, Gianni Alemanno, gli conferì la cittadinanza onoraria e, inoltre, una sua foto venne affissa in Campidoglio. Sarebbe bello vedere esposti anche i volti di Eyal, Gilad e Naftali. Nella speranza che già oggi arrivi la notizia della loro liberazione.



marco.pasqua@ilmessaggero.it