File sharing (condivisione di video, audio e altri materiali) come «alternativa ai grandi monopoli mediatici», «leggi repressive ma di fatto aggirabili», e presentazione di software sviluppati dalle comunità di hacktivisti per garantire l’anonimato libertà di navigazione degli utenti che vivono in paesi dove internet viene censurato. Questi alcuni dei temi che verranno affrontati al cinema Capranica insieme a personalità politiche, rappresentanti del Partito pirata svedese e di The Pirate Bay.
Ma non mancano le polemiche. La festa del partito pirata prevista «lascia sbigottiti» commenta Tullio Camiglieri, Coordinatore del Centro Studi per la difesa dei diritti degli autori e della libertà di informazione. «A quando - chiede - il partito dei furti con destrezza o l'associazione degli amici dello sballo legalizzato?». Camiglieri, è stupito dal fatto che alla manifestazione abbiano aderito «anche Deputati del nostro Parlamento, sarebbe più utile se questi nostri rappresentanti pensassero a tutelare responsabilmente l'industria culturale italiana saccheggiata quotidianamente dalla pirateria online. Centinaia di migliaia di persone impiegate nel cinema, nell'editoria, nei giornali e nell'industria musicale rischiano il loro posto di lavoro. Senza i ricavi non ci saranno più investimenti e non avrà più senso destinare risorse economiche alla realizzazione di un film, di un documentario, di un nuovo giornale o di una produzione musicale».
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