ROMA - Esce in questi giorni nelle librerie inglesi (a novembre negli Usa) Mad about a boy, il terzo capitolo della saga che vede protagonista Bridget Jones, la frustrata e
simpatica trentenne incline ai vizi e alle figuracce in cui è stato così facile immedesimarsi. A quattordici anni dal secondo libro «Che pasticcio, Bridget Jones» (1999), l'eroina ha 51 anni, due figli, è ancora ossessionata dal suo peso ma anche vedova da cinque anni.
Nell'intervallo tra il secondo e il terzo libro, infatti, l'autrice Helen Fielding avrebbe fatto convolare alle tanto sospirate nozze l'insicura single con il bello, paziente e gentile Mark Darcy, facendolo però poi morire prima della riapertura del sipario, in circostanze per ora sconosciute.
I fan, alla notizia della vedovanza, si sono ribellati, ottenendo in cambio dall'editore Jonathan Cape solo una serie di rassicurazioni secondo cui Bridget è sì una mamma vedova, ma usa Twitter, va in discoteca e conosce anche Roxster, un toy boy, cioè un giovane innamorato di lei nonostante la differenza d'età.
«Il libro dà voce alle ossessioni più mature dei social media e riguarda le donne che sono cresciute con Bridget», spiega Cape. Per le lettrici appassionate è, comunque, un duro colpo: Mark è stato l'incarnazione del principe azzurro, l'unico in grado di amare la sua donna «così com'è».