Inghilterra, ecco la generazione
“Bad Boys” per vendicare Kiev

Inghilterra, ecco la generazione “Bad Boys” per vendicare Kiev
di Bruno Saccàni
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Sabato 14 Giugno 2014, 16:11 - Ultimo aggiornamento: 16:12
MANAUS I lamentosi inglesi si vantano di avere inventato il gioco del calcio. E, da quando sono sbarcati in Brasile, hanno calato quotidianamente la carta del piagnisteo.



Ogni giorno hanno trovato un motivo per accendere la polemica, per provocare gli organizzatori, per attirare l’attenzione in qualche maniera: l’altro ieri era il campo, ieri l’albergo, oggi la pulizia, domani le zanzare, dopodomani chissà. Il ct Roy Hodgson è però un allenatore esperto e ha imparato perfettamente (forse da Mourinho) l’arte del depistaggio giornalistico: «Del resto se la stampa parla di argomenti secondari, non mette pressione ai giocatori», la sintesi del pensiero di Roy. Sarà vero, certo, ma il debutto mondiale è ormai arrivato e adesso la concentrazione deve raggiungere il picco massimo, visto che l’Italia è un temibile rivale, ben peggiore del caldo e dell’umidità di Manaus.



ECCO I BAD BOYS

La stampa britannica, in fondo, ci snobba: altrimenti, nei giorni passati, non avrebbe mai diffuso una serie di appunti tattici studiati e firmati da Hodgson. Al di là delle soffiate il tecnico dovrebbe comunque affidarsi ai bad boys, ai «ragazzacci» della nuova leva calcistica inglese, agli otto convocati nati dopo il ‘90: Henderson, Welbeck, Wilshere, Jones, Oxlade-Chamberlain, Barkley, Sterling e Shaw in ordine decrescente di età. Certo non tutti giocheranno stanotte, anzi soltanto Henderson e Welbeck dovrebbero essere in campo al fischio d’avvio dell’arbitro Kuipers. Viceversa gli altri talenti siederanno in panchina ad eccezione di Oxlade, ancora bloccato da un infortunio. Negli ultimi anni, insomma, Hodgson ha saputo indovinare la ricetta del ricambio generazionale, diluendo gradualmente i tanti senatori nel mare dei giovani. «È vero, è eccitante allenare i giovani. La stagione scorsa ha proposto nuovi nomi, ora ho più opzioni ma non bisogna commettere l’errore di pretendere che siano subito fenomeni. Nel Mondiale l’esperienza è davvero fondamentale, per questo conto sui calciatori che hanno già diverse presenze in nazionale nel curriculum», ha spiegato Roy.



«CAMPO? TUTTO OK»

Quanto agli schemi da opporre all’Italia, il tecnico degli inglesi dovrebbe schierare un 4-3-3 che prevedrà l’impiego di Gerrard, Henderson e Lallana (o Sterling) al centro, e di Sturridge, Rooney e Welbeck, sia pure un poco dolorante, in avanti. Il gioco ancora langue specie in attacco e, dunque, Roy riporrà le proprie speranze nelle qualità dei singoli. L’Italia, d’altronde, è un pensiero fisso. «Siamo al top della condizione e vogliamo vincere. Non importa se non battiamo l’Italia da tanti anni, domani (oggi, ndc) si gioca il presente, non il passato o la storia». Hodgson, poi, ha perfino elogiato lo stato del terreno di gioco dello stadio di Manaus, nonostante, si diceva, avesse lanciato frecce velenose a profusione per criticare le condizioni del fondo. «L’erba è bassa e il prato è in buone condizioni, il campo è adatto al gioco delle due squadre», si è corretto il ct, accusando naturalmente i cronisti di aver male interpretato le sue dichiarazioni. Ecco capitan Gerrard, infine, più spavaldo che mai. «Abbiamo fiducia, abbiamo rispetto per l’Italia ma noi siamo più forti», ha proclamato. Il Daily Mail, fra l’altro, va individuando la chiave della sfida di stanotte nella gabbia che Henderson e Welbeck costruiranno per limitare Pirlo e De Rossi. Sì, proprio una grande invenzione.
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