Marchisio va più forte di altri ma più piano di quando gioca in campionato: si è arreso solo perché colpito al ginocchio in un contrasto. La resa di Pirlo nella seconda parte della ripresa. Batterie completamente scariche. Ma il regista resta tra i più positivi, tant'è che risulta il quarto giocatore del mondiale per chilometri percorsi in fase di possesso palla (8,9). Cerci, tra i calciatori utilizzati, è quello che sta meglio.
Il responso
Un edema al soleo del polpaccio tiene fuori gioco De Rossi, in vista della sfida decisiva di martedì contro l'Uruguay. Clinicamente è una «lesione» di primo grado, anche se in realtà una vera e propria lesione non c'è. Questo il responso dopo la risonanza effettuata ieri mattina all'ospedale di Natal.«E' altamente improbabile che Daniele possa giocare martedì» chiarisce il professor Castellacci. Che spiega come mai il giocatore non sia stato sostituito: «Ha avvertito solo un fastidio e non una fitta, lui stesso ha ritenuto di giocare. Ora valuteremo giorno dopo giorno, la situazione può migliorare ma è difficile recuperarlo», la precisazione del responsabile dello staff medico della nazionale.
Via libera, invece, per De Sciglio, infortunatosi prima della gara d'esordio contro l'Inghilterra e finalmente recuperato. «Lui è a disposizione», riferisce il medico azzurro. Barzagli non peggiora e questa è già una notizia: «Convive da tempo con la tendinite. Va gestito, ma se sta così, può scendere in campo». Nulla di grave per Marchisio, uscito per una contusione al ginocchio nella ripresa della gara di Recife.
Festa di Natal
Il centrocampista della Juve è rimasto a riposo (anche Buffon e ovviamente De Rossi non hanno lavorato), saltando l'allenamento di ieri allo stadio Maria Lamas Farache di Natal. Grande entusiasmo per gli azzurri, con tremila persone in tribuna, tra i quali tanti italiani residenti in questa regione del nordest del Brasile. Cori per Prandelli, Pirlo, Balotelli, Barzagli e Cassano. Anche Bonolis è qui per vedere ancora la nazionale dal vivo. Ma è critico: «Gli altri hanno i fuoriclasse di fatto, noi di nome. Quello che si legge dietro la maglia azzurra».
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