Pa, il governo presenta la riforma
«Previsti nuovi15 mila posti statali»
Appalti, a Cantone i poteri di controllo

Pa, il governo presenta la riforma «Previsti nuovi15 mila posti statali» Appalti, a Cantone i poteri di controllo
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Venerdì 13 Giugno 2014, 16:37 - Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 07:54
Parte la rivoluzione nella Pa. Il governo ha dato il via libera alla riforma che, tra diverse novit, avvia il ricambio generazionale, permettendo di creare 15 mila posti per i giovani.

A indicare i numeri della "staffetta" è lo stesso premier Matteo Renzi al termine del Cdm. Il «faro» è una Pubblica amministrazione che sia «più semplice e più digitale», che diventi «partner e non controparte di cittadini e imprese», sottolinea il ministro della Pa e della Semplificazione, Marianna Madia.



Nel pacchetto approvato dal Consiglio dei ministri ci sono anche le misure per la crescita, per «rilanciare competitività e investimenti», come sottolinea ancora il premier: c'è il taglio del 10% delle bollette energetiche per le Pmi e la riduzione del 50% dei diritti camerali, ossia i diritti annuali che le imprese pagano alle Camere di commercio. Misure che, quantifica Renzi, si traducono in «2 miliardi di tasse in meno» a carico delle imprese. Scatta così la "fase 2", come evidenzia ancora il presidente del Consiglio, prima di passare ad elencare quello che definisce «un bel pacchetto di interventi»: si passa dalle «promesse del passato ai fatti decisi di oggi», spingendo sulle riforme.



Nel decreto legge di riforma della Pa (approvato insieme al ddl delega) si conferma, a partire dal primo agosto, anche il dimezzamento dei distacchi e dei permessi sindacali per «razionalizzare» la spesa pubblica: «Non c'è una accanimento contro di loro», sottolinea Madia sostenendo che è invece un'altra risposta ad una domanda dei cittadini. Ai sindacati dice anche di non averli «esclusi» dal confronto, ma chiede loro di stare «con il cambiamento».



Tra le altre novità che riguardano il personale, si dà il via libera alla mobilità anche obbligatoria «fino a 50 chilometri, rispettando lo stipendio del lavoratore», precisa il ministro. I dirigenti saranno «di fatto licenziabili», quando restano privi di incarico per un certo periodo. Per la cosiddetta staffetta generazionale, i 15 mila posti per "svecchiare" la Pa, si libereranno dall'abolizione del trattenimento in servizio, cioè la possibilità per i dipendenti pubblici di rimanere al lavoro per altri due anni oltre l'età della pensione e per cinque anni, dai 70 ai 75 anni, per i magistrati.



Ma si fissano termini diversi: le «toghe» over-70 in posizioni apicali (magistrati ordinari, amministrativi e contabili in «funzioni direttive o semidirettive» o incarichi dirigenziali) potranno restare in servizio fino al 31 dicembre 2015. Questo per «salvaguardare la funzionalità degli uffici giudiziari», in difficoltà con gli organici. Un «regime transitorio» per evitare che «gli uffici direttivi degli organi della magistratura o dei tribunali fossero decapitati o azzerati dalla sera alla mattina», spiega Renzi. Per gli altri casi, il limite è invece il 31 ottobre 2014.



Lo stop a questo istituto permetterà di liberare posti per i giovani, a costo zero, sottolinea il governo. Sul fronte pensioni, la Pubblica amministrazione potrà mandare a riposo i lavoratori che hanno i requisiti per la pensione anticipata (nel 2014 42 anni e 6 mesi di servizio per gli uomini, 41 anni e 6 mesi per le donne) anche se non avranno ancora l'età della pensione di vecchiaia inclusi i professori universitari, i dirigenti medici responsabili di struttura complessa e il personale delle autorità indipendenti.




Appalti, poteri di controllo a Cantone. Vigilerà sui contratti pubblici, a cominciare da quelli legati ad Expo, con la possibilità di ordinare ispezioni, ma soprattutto con il potere di proporre commissariamenti ad hoc non dell'azienda, ma di singoli appalti sospetti, redigendo una contabilità separata. Il ruolo di Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Anticorruzione, fa un salto di qualità con il decreto varato oggi dal governo sulla pubblica amministrazione: da guida di un organismo con armi spuntate assume la funzione di super-ispettore.



Tutte le prerogative finora in capo all'Authority sugli appalti pubblici, che viene affidata da subito al magistrato in qualità di commissario straordinario, passeranno all'Anticorruzione nel giro di pochi mesi, e comunque entro la fine dell'anno: entro questo termine sarà pronto il piano per il trasferimento delle competente e per affinare i compiti di trasparenza e prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni su cui l'Anticorruzione si dovrà focalizzare.



Per farlo, avrà un rafforzamento di uomini e strumenti. Per ora intanto il governo ha indicato gli altri quattro commissari che affiancheranno Cantone all'Authority, passaggio necessario per renderla operativa, dal momento che è un organo collegiale.



Sono due uomini e due donne: Michele Corradino, consigliere di Stato; l'imprenditore Francesco Merloni; la costituzionalista Ida Angela Nicotra e la giurista Nicoletta Parisi. Sui nomi da scegliere ci sarebbe stata un confronto abbastanza serrato, ma in ogni caso si tratta di personalità gradite allo stesso Cantone. La vera arma inserita nel provvedimento varato oggi e annunciata dal premier Renzi nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, è quella che permette i commissariamenti di singoli appalti in caso di notizia di reato o provvedimenti restrittivi.



Una novità assoluta rispetto a quello che fino ad ora è stata l'Autorità. Cantone lo sa bene e da Napoli, dove ha partecipato a un convegno, parla di «scelte coraggiose» e dà una valutazione positiva della norma che non si spinge fino alla revoca degli appalti, ma ne prevede il commissariamento. Cantone e la sua squadra erediteranno poi le facoltà, in particolare quelle ispettive, affidate finora all'Authority degli appalti, la vera grande sconfitta di questa partita.



Evidentemente, non essere riuscita a prevenire i grandi scandali esplosi nelle ultime settimane, da Expo a Mose, ha lasciato un segno e ora quest'organismo si avvia a uscire di scena. In materia di gare per i lavori pubblici, l'iter legato ai requisiti soggettivi per la partecipazione alle gare viene semplificato, perchè viene richiesto solo al vincitore.



Se invece si commettono irregolarità essenziali e sanabili nelle procedure di affidamento degli appalti, il concorrente dovrà pagare una sanzione pecuniaria alla stazione appaltante entro 10 giorni, pena l'esclusione dalla gara. Il provvedimento prevede anche misure per sveltire il processo amministrativo di fronte a Tar e Consiglio di Stato. Entro il 2015 è prevista la partenza del processo amministrativo digitale con la firma digitale degli atti.



Ma vengono introdotte anche misure per accelerare i procedimenti, favorendo l'accesso alla fase di merito, con l'udienza che deve essere fissata entro 30 giorni e la sentenza in forma semplificata; mentre si scoraggia, anche attraverso un meccanismo di cauzione che il ricorrente deve versare, l'utilizzo delle sospensive, che spesso rallentano l'iter prima che si arrivi a una decisione definitiva.



A questo punto, l'ultimo tassello è quello delle misure penali a cui stanno lavorando il ministero della Giustizia ma anche le Camere: entro fine mese è atteso il via libera all'introduzione del reato di autoriciclaggio, la reintroduzione del falso in bilancio, l'inasprimento delle pene per la corruzione, il daspo per i politici e misure sulla prescrizione
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