Cassino, inchiesta Sisma bonus: ora si cercano le "talpe" in Comune

Proseguono gli accertamenti sulla concessione edilizia che la procura ritiene sia falsa

Cassino, inchiesta Sisma bonus: ora si cercano le "talpe" in Comune
di Vincenzo Caramadre
3 Minuti di Lettura
Venerdì 11 Agosto 2023, 07:22 - Ultimo aggiornamento: 08:44

Inchiesta sulla presunta truffa con il sisma bonus, ora si cercano le "talpe" in Comune. Un valzer di date e sovrapposizione di protocolli nella concessione edilizia per accedere al bonus sui quali, in queste ore, si concentra l'attenzione della guardia di finanza. Ma per ben comprendere la portata degli accertamenti in corso bisogna riavvolgere il nastro. Partire dal marzo scorso, quando gli uomini delle fiamme gialle si trovano di fronte un grossolano abuso edilizio. Un complesso residenziale, in centro a Cassino, sorto dove c'era il mercato coperto con un cantiere aperto tre anni prima della concessione edilizia. Possibile? Per il pm Alfredo Mattei e gli uomini della fiamme gialle del Gruppo di Cassino, diretti dal tenente colonnello Francesco Papale, proprio no. Ed ecco perché hanno eseguito un dettagliato approfondimento investigativo. Quella concessione edilizia esibita agli investigatori, dalla società che ha realizzato il complesso residenziale, con la data del 2017, non sarebbe stata altro che una proroga della concessione del 2014. Proroga che, però, non avrebbe permesso di accedere alle agevolazioni, Sisma bonus, previste dalla legge di bilancio 2021. Dunque ci sarebbe stata la falsificazione della concessione edilizia con data 2017 (anno in cui sono iniziate le agevolazioni), utilizzando il protocollo della proroga del 2014. Un presunto sistema che avrebbe permesso di usufruire - come sostenuto dagli acquirenti - del beneficio previsto dal sisma bonus, consistente in uno sconto in fattura di 96 mila per singola unità immobiliare, riducendo notevolmente il prezzo di acquisto. Tante le domande, tornando agli accertamenti di queste ore, che si pongono gli investigatori: possibile che in Comune nessuno si sia accorto di nulla? Possibile non ci sia stata una verifica del fascicolo? Possibile che sul cantiere non sia mai stata avviata un accertamento?

GLI ACCERTAMENTI

Si scandagliano e si scava nei carteggi acquisiti presso l'ente comunale per mettere ogni pezzo al suo posto, ricomporre un puzzle e smascherare eventuali complicità, finora rimaste occulte. Poche, pochissime, le informazioni che trapelano all'indomani dell'esecuzione del decreto di sequestro preventivo, se non un laconico: «Si stanno eseguendo tutti gli accertamenti». Dunque le indagini proseguono.

IL SEQUESTRO

Certo è che il Gip del tribunale di Cassino, su richiesta del sostituto procuratore Mattei, ha disposto il sequestro dei crediti presenti nel cassetto fiscale della società coinvolta, derivanti dalla vendita degli immobili del complesso residenziale e già accettati, per un importo di circa 2.444.000; dei crediti derivanti dalla vendita degli appartamenti per l'importo di 1.152.000 euro, nonché della somma di denaro di circa 200.000 euro, corrispondente al totale dei crediti già ceduti o usati in compensazione. Il Gip ha ordinato che in caso di incapienza dai conti della società si proceda al sequestro di «beni mobili e immobili intestati agli indagati». Gli indagati, come noto, sono due Salvatore Fontana (imprenditore ed ex consigliere comunale) e Paolo Di Laura Frattura (imprenditore ed ex presidente della regione Molise). Fontana, tramite i legali Sandro Salera e Paolo Marandola, si è detto sicuro di poter dimostrare l'estraneità ai fatti.

IL SINDACO 

«Non entro nelle questioni legate alle indagini in corso. Quello che posso dire -ha spiegato il sindaco di Cassino, Enzo Salera - è la linea di principio assolutamente collaborativa e trasparente che abbiamo instaurato in Comune con la procura e le forze dell'ordine. Sono stati affidati lavori per 30 milioni di euro e non c'è stato alcun rilievo: massima collaborazione con gli inquirenti».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA