Lirenas, la scoperta dell'università di Cambridge: i resti della città romana a Pignataro amata da Giulio Cesare

Gli studi durati più di un decennio hanno permesso di capire il valore dei reperti trovati da team di archeologi guidato dal professor Alessandro Launaro

Lirenas, la scoperta dell'università di Cambridge: i resti della città romana a Pignataro amata da Giulio Cesare
di Elena Pittiglio
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 08:50

Fino a 13 anni fa il sito non aveva suscitato l'interesse di nessun studioso. Per il mondo archeologico, l'area di Pignataro Interamna, la vecchia Interamna Lirenas, prometteva pochissimo. In superfice non c'era nulla. Pochi ciottoli a cui nessuno aveva dato importanza. Un bel giorno di tredici anni fa, l'università di Cambridge con un team di studiosi, decise di puntare proprio su quello che veniva considerato come un'area del retroterra fallito nell'Italia centrale.

Oggi, invece, grazie a quella felice intuizione avuta dall'ateneo di Oltremanica, cambia la comprensione della storia romana.

Gli studi durati più di un decennio, e pubblicati oggi nel volume, edito Roman Urbanism in Italy, mostra che Lirenas non era un ambiente senza valore, ma una città prospera. Era proprio tutt'altro. La città nel sud del Lazio continuò a prosperare fino al III secolo d. C., sfidando ciò che normalmente viene considerato lo stato generale del declino dell'Italia in quel periodo.

LA STORIA

A cambiare la concezione della storia romana sono il teatro con tetto raro, mercati, magazzini, un porto fluviale e altre sorprendenti scoperte fatte dal team di archeologici guidato dalla facoltà di Studi Classici di Cambridge, diretto dal professor Alessandro Launaro, autore dello studio e responsabile del progetto Interamna Lirenas. Le scoperte mettono in discussione le principali ipotesi sul declino dell'Italia romana.
«In superfice sottolinea il professor Launaro non c'era nulla. Nessuna evidenza visibile di edifici, solo frammenti di ceramica rotta. Ma ciò che abbiamo scoperto non era un retroterra. Abbiamo trovato dice il responsabile del progetto una città prospera che si adattava a ogni sfida lanciata per 900 anni».

Il sito per lo più insisteva in campi aperti. Così, gli archeologici hanno condotto un rilevamento magnetico e con radar penetrante nel terreno di circa sessanta acri, effettuando anche una serie di scavi mirati intorno al foro. Ma come si è arrivati a questa scoperta? Il cuore degli studi è stata l'analisi della ceramica. Il team, coordinato da Launaro, ha reso lo studio della ceramica centrale alla loro indagine. Già 40 anni fa, alcuni archeologi canadesi studiarono la distribuzione di cocci di ceramica e anfore nel suolo arato sopra Interamna Lirenas.

Un'indagine che all'epoca si concluse con l'affermare l'occupazione della città era al culmine alla fine del II secolo e all'inizio del I secolo a. C. (a circa 74 acri), che poi si ridurrà a 25 acri nel I secolo d. C. Ma lo studioso Launaro e il suo team fanno molto di più: hanno mappato lo sviluppo della città utilizzando una raccolta di prove più ampie. In pratica, hanno studiato decine di migliaia di pezzi di ceramica comune.

«Sulla base della relativa mancanza di ceramica importata, - riferisce il professor Launaro - gli archeologi hanno supposto che Interamna Lirenas fosse un retroterra in declino. Ora sappiamo che non era così».

Oltre le ceramiche, il team ha condotto una rivalutazione su un'iscrizione trovata nel XIX secolo. L'iscrizione conferma che Lirenas ottenne il patrocinio di Giulio Cesare nel 46 a.C. Perché la città piaceva tanto a Cesare? A spiegarlo è sempre Launaro. «Interamna dice il professore era strategicamente situata tra un fiume e una strada principale ed era un nodo prospero nella rete urbana regionale. Per Giulio Cesare sarebbe stata preziosa mentre cercava di consolidare il sostegno in tutta Italia durante le guerre civili».

E' sempre il responsabile del docente a dire: «Questa città ha sempre giocato bene le sue carte, costruendo continuamente relazioni con le comunità tra Roma e il sud Italia mentre prosperava come centro commerciale». Gli scavi hanno portato alla luce il porto fluviale con i magazzini a servizio della struttura; il teatro con tetto che si ergeva su una terrazza aperta. Infine la città vantava anche tre imponenti complessi termali.
 

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